Un deficit uditivo peggiorato nel tempo. Greta Bortolotti fino a poco tempo fa viveva in un mondo “silenziato”; da qualche anno, grazie a un nuovo impianto cocleare nell’orecchio, ha ricominciato a sentire. Qualcosa di nuovo che ha implicato per lei rimettersi totalmente in gioco. “Ho dovuto fare logopedia, imparare a distinguere i suoni, riconoscerli, come il suono dell’acqua, un mondo che prima non conoscevo”, spiega.
Ora Greta si dedica ad aiutare bambini e giovani che hanno vissuto la sua stessa esperienza. In Alto Adige il sostegno non manca. Per Roberto Bortolotti, presidente dell’associazione Genitori Bambini Audiolesi e papà di Greta, la collaborazione con il comparto sanitario è ottimo. Nelle scuole tedesche e ladine le ore di sostegno non mancano, anche 15 per settimana, preoccupa di più la situazione negli istituti in lingua italiana dove, in alcuni casi, le ore scendono a 4-5. Necessario, dice Bortolotti, cercare di rendere più attrattiva la professione di chi, nelle scuole, aiuta i ragazzi con questo tipo di disabilità.
Le interviste sono state raccolte da Elisa Tappeiner
Matteo Battistella, immagini Willy Tschager, montaggio Matteo Tiozzo