Federico Spigardi ha 28 anni e lavora all’Ospedale di Vaio, a Fidenza (Parma). La sua è una storia bellissima. La storia del primo infermiere sordo iscritto all’Opi Parma. Una storia di esemplare determinazione, che lui stesso ha raccontato in una lettera al Corriere della Sera.
L’infanzia e l’affido
“Sono nato a Fidenza il 22 agosto ‘96 da ragazza madre – esordisce Federico -, in quanto il padre non ha voluto riconoscermi. I primi anni di scuola materna sono a Salsomaggiore Terme, poi a Fontanelice (Imola) per seguire mia madre in un percorso di cura per depressione in una comunità della zona. Nel periodo di Natale del 1999, le maestre della scuola, durante la recita di Natale, scoprono che qualcosa non va, visto che non canto più: si scopre che sono diventato sordo da entrambe le orecchie per causa ignota, forse un vaccino o un’otite”.
Per Federico inizia così una serie interminabile di esami all’ospedale Maggiore: “Esami che mi portano all’utilizzo di una protesi acustica per ripristinare la capacità uditiva, con buoni risultati. Dopo alcuni anni, i servizi sociali decidono, su sentenza del Tribunale dei minori di Bologna, di procedere con un affido minorile a una famiglia esterna per preservare la mia integrità psicofisica”.
L’amore per l’agricoltura
Qui comincia la seconda parte della storia di Federico: “Vengo affidato a una famiglia di agricoltori senza figli, nella prima periferia nord di Parma, affido che continuerà fino al compimento del mio diciottesimo anno. In questo periodo mi innamoro dell’agricoltura, tanto che proseguo gli studi all’Istituto tecnico agrario Bocchialini di Parma”.
Appena diplomato, Federico torna alla casa materna, in quanto l’affido è terminato, trovando immediatamente lavoro come trattorista in un’azienda agricola di Monticelli Terme. I rapporti con la madre purtroppo non sono mai stati proficui, e quindi lui decide di affittare un appartamento a Salsomaggiore per stare vicino ai nonni materni.
La passione per il volontariato
Nel 2012 Federico scopre la passione per il volontariato, prestando servizio prima in Assistenza pubblica a Parma, poi, dal 2015, a Fidenza, (dove diventa dipendente per alcuni anni, quindi, dal 2016, nell’associazione nazionale dei Vigili del Fuoco, e infine dal 2018 nel comitato di Parma della Croce Rossa Italiana.
Una passione, quella di Federico per il volontariato, trasmessa dal nonno materno e onorata con grande impegno. “A fine estate 2018 viene a mancare mio padre affidatario, unica stella che mi guidava e consigliava in questi anni bui della vita. Nel 2020, con l’avvento della pandemia, mi rendo conto di voler fare qualcosa in più per le persone che vedo ogni giorno soffrire. Decido quindi di iscrivermi al corso di laurea di Infermieristica”.
L’aggravarsi della sordità
Appena iniziato l’anno accademico, in piena pandemia, viene resa disponibile la prima dose di vaccino per gli operatori sanitari, a cui Federico si sottopone. A distanza di neppure 24 ore dal vaccino viene
colpito da sindrome vestibolare e deve andare in Pronto soccorso. Dopo circa 15 giorni, effettua la seconda dose e, a distanza di neanche 12 ore, viene colpito da sordità improvvisa, per cui l’utilizzo della protesi acustica non è più sufficiente.
Nel reparto di Otorinolaringoiatria del Maggiore inizia una terapia a base di alte dosi di steroide: tre settimane di camera iperbarica, senza però ottenere gli effetti sperati. Federico è allora messo in lista per l’intervento chirurgico di impianto cocleare bilaterale, che sarà eseguito a maggio.
“In questi lunghissimi mesi – prosegue Federico – ho portato avanti il mio percorso di studi del primo anno, sostenendo diversi esami pur non sentendo nulla. L’impatto psicologico dovuto alla superficiale o la nulla conoscenza del tema specifico della sordità, unito all’uso pressoché totale delle mascherine è stato devastante. Dopo l’impianto cocleare ho iniziato a riassaporare la bellezza della vita e delle piccole cose, poco per volta, dopo aver creduto che la mia vita non avesse più senso alcuno”.
Il sogno di lavorare come infermiere
A distanza di tre anni esatti dall’inizio degli studi Federico consegue la laurea in Infermieristica con 110 e lode, discutendo una tesi intitolata La gestione della richiesta di soccorso proveniente da persona sorda nella centrale operativa 118. Non molto più tardi comincia a lavorare come infermiere nel Dipartimento chirurgico dell’Ospedale di Vaio.
“Da quanto ne so, sono il primo infermiere sordo iscritto all’Ordine delle professioni infermieristiche di Parma. La presente non vuole essere assolutamente un’autocelebrazione, ma semplicemente un monito, un incoraggiamento per tutte le persone sorde o affette da altri deficit a seguire i propri sogni, perché spesso i limiti sono solo dentro noi stessi. Nonostante tutte le disavventure che possono capitare, non c’è gioia più forte di centrare il proprio obiettivo. Possa la mia esperienza servire a chiunque per dire: ‘Ce la voglio fare anche io’”.
Redazione Nurse Times