Ago, filo e arte antica La modellista sorda di costumi d’epoca

Gli abiti di Oriella Pregnolato protagonisti a Palazzo Borghese. L’organizzatore: "Fieri di mostrare il nostro orgoglio e cretività"

0
471 Numero visite

“Ho imparato da sola a cucire, lo faccio dall’età di 13 anni”.

Oriella Pregnolato ha un’arte antica nelle mani, cuce abiti d’epoca. Modelli del 1600,1700 e 1800. “Ne ho realizzati un centinaio in tutto, non so più dove metterli in casa. Li ho disegnati e costruiti da sola con tanto di accessori, cappelli e scarpe inclusi. Ho lavorato come bidella, ma fare la sarta e la stilista sono la mia vera passione”, racconta. Anche le parole escono dalle mani: Oriella è sorda e comunica in lingua dei segni. Non smette di sorridere, l’emozione le si legge negli occhi. Ieri i suoi abiti sono stati assoluti protagonisti di un evento unico: la Festa dei costumi d’epoca che si è tenuta in centro, a Palazzo Borghese. Un pranzo a invito al quale hanno partecipato 120 persone sorde provenienti da tutta Italia.

“L’idea è nata da Oriella, che è una portentosa stilista ma anche costumista, modellista e sarta – spiega Umberto d’Agostino che insieme alla moglie si è occupato dell’organizzazione dell’evento –. Ha voluto mostrare il frutto dei suoi numerosi manufatti, corredati di accessori, cappelli, mantelli, tutto rigorosamente creato ed eseguito a mano nella casa dove vive a Modena”. Tra lo stupore dei partecipanti, i nove modelli, sei donne e tre uomini, hanno sfilato con i raffinati abiti in stile 1700.

E non sono mancate sorprese. “Per Umberto ho creato il vestito di Napoleone, mentre sua moglie ha indossato quello di Paolina Bonaparte”, spiega Oriella. Personaggi illustri che abitarono le sale del Palazzo. Emozioni e atmosfera hanno fatto il resto. Ma perché non allargare anche alle persone udenti le manifestazioni? “Ci risulta che sia la prima volta nel mondo che si attui un evento di questo genere in costumi storici d’epoca, nella e per la comunità sorda – spiega Umberto – Un’occasione di incontro di cui siamo fieri, anche per mostrare il nostro orgoglio di essere sordi: una comunità creativa, fantasiosa, capace di organizzare grandi cose. Dunque non escludiamo di organizzare altri eventi”.

 

L'informazione completa