Volontà ferrea, un’insopprimibile desiderio di imparare e di superare ogni limite.
È inarrestabile il flusso di pensieri di Alessia Tessitore, 25 anni a breve, da poco laureata in Ingegneria Biomedica, a pochi passi dal Doppio Titolo di Laurea in Ingegneria Elettronica. Con 41 esami sostenuti in cinque anni e, alle spalle, una bella collezione di 30 agli esami e 110 e lode, può ben dire di essere entusiasta del suo percorso: “Al termine del Liceo ero indecisa.
Sapevo di avere delle capacità e ho voluto indirizzarle verso l’Ingegneria Biomedica in quanto, essendo nata non udente, desideravo approfondire l’uso delle nuove tecnologie al fine di migliorare la vita delle persone”, racconta. Portatrice di impianto cocleare, il percorso universitario non è stato sempre rose e fiori: “Sono partita zoppicando. I primi risultati agli esami non sono stati eccellenti, ma poi ho preso il ritmo. Ho discusso la tesi Triennale mentre già seguivo le lezioni della Magistrale e, in quei due anni, ho superato tutti gli esami con il massimo dei voti”. Non solo.
Avendo deciso di ottenere anche la Laurea in Ingegneria Elettronica, “ho cominciato a seguire le lezioni e studiare ancor prima di discutere la tesi in Biomedica. Naturalmente non avrei potuto sostenere quegli esami. Stavo semplicemente anticipandomi del lavoro”. All’ottenimento del Doppio Titolo manca poco: “purtroppo si è creato un inghippo burocratico che rischia di rallentarmi. Spero che si risolva perché ci tengo a concludere al più presto”. E per non farsi mancare nulla: “Sto frequentando la Core Academy e un’altra, quella con Medtronic, l’ho conclusa a luglio dell’anno scorso”.
La chiusura e l’istinto di sopravvivenza
Alessia è inarrestabile: “Ho imparato a studiare profittevolmente con il tempo. Durante la Triennale, e ringrazio il Sinapsi per il supporto, è stato fondamentale per me essere seduta in prima fila e che il docente si ricordasse di parlare rivolto verso la platea, in modo che potessi leggergli le labbra”. Altrettanto prezioso “è stato l’aiuto di un’amica e collega, che mi passava gli appunti quando ne avevo bisogno, e a cui mi sono appoggiata tanto”. La pandemia, con la prima chiusura, ha cambiato tutto: “Mi sono ritrovata completamente da sola, con il computer di fronte a me. La mia collega si era offerta di continuare a passarmi gli appunti, ma io non volevo pesare su di lei. A quel punto è scattato come un istinto di sopravvivenza”. E, nel momento in cui ha scoperto di potercela effettivamente fare anche da sola, non si è più fermata. Ma da dove arriva questa energia? Prova a raccontarlo con un esempio: “Ho sostenuto il primo esame della Magistrale per caso.
Ero all’Università, di rientro da un viaggio ai Caraibi, solo per salutare i colleghi. C’era l’esame di Fondamenti di Ingegneria clinica e ho sentito il bisogno di tentare. Ho sostenuto lo scritto, poi l’orale nella stessa giornata. E sono tornata a casa con un trenta”. E prosegue: “Durante l’ultima chiusura, invece di guardare Netflix, anticipavo la preparazione degli esami di Ingegneria Elettronica. Ho sempre vissuto molto l’università e stare a casa mi pesava. Io guardo oltre, al futuro. È una questione di volontà, ma non solo”. E allora qual è il suo segreto? Lo spiega con un altro esempio: “Oggi sono una tutor di Dipartimento e affianco gli studenti per gli esami di Fondamenti di informatica e Calcolatori elettronici. Proprio Informatica l’ho ripetuto cinque volte prima di superarlo.
Mi sentivo delusa ma, nello stesso tempo, mi dicevo di non star perdendo tempo perché, ogni volta, imparavo qualcosa. Quando il motore si scalda non si ferma più”. Assimilare così tanti contenuti ad una tale velocità si può: “Bisogna chiedersi il perché di tutte le cose. E la risposta non può essere che è così perché ce lo dice un libro di testo. La mente va allenata e ha bisogno di tempo perché arrivi alla maturità”.
E, sul futuro, ha le idee chiare: “Devo innanzitutto terminare l’Academy. Intanto sto sostenendo dei colloqui. Solo oggi ho ricevuto sei telefonate. Ma ho aspettative alte perché in tutti questi anni di duro lavoro credo di aver conquistato del valore aggiunto”.
Ca.Sim.