Nato a Favara, nell’agrigentino, Marco Urso, oggi è conosciuto a livello internazionale come Marck Art. Sordo dalla nascita la vita offrirà una svolta alla sua esistenza profusa di poesia e misticismo

di Rosa Guttilla

Chi è convinto che di vita ve ne sia una sola dovrà ricredersi leggendo la storia, che non è una favola, di un giovane siciliano, all’anagrafe Marco Urso, oggi conosciuto a livello internazionale come Marck Art.

Se come ci hanno detto, le favole non sono scritte per rappresentare mondi facili e senza problemi ma semmai per insegnare a bambini, e perché no, anche agli adulti, che i mostri, in qualsiasi forma si manifestino, si possono sconfiggere allora in questo caso sì, la vita vissuta di Marck Art può essere una favola.

Marco Urso oggi 38 enne, è nato sordo ed è cresciuto a Favara, periferia della periferia agrigentina.

Qui ha vissuto un’infanzia nel silenzio, il suo, e quello di chi aveva intorno che, senza colpe, non è stato in grado di aiutarlo.
Passano così i primi anni dell’infanzia con un mancato inserimento scolastico adatto alle sue condizioni e con le ulteriori difficoltà fisiche date dall’essere corpulento, miope e strabico, caratteristiche che lo hanno reso bersaglio perfetto per i bulli del paese.

Solamente quando raggiunge i 15 anni di età i genitori, muratore il padre, casalinga la madre, gli forniscono un aiuto discriminante: ovvero un apparecchio acustico che comunque porta un forma di sollievo al suo vivere nel mondo e lo porta anche a studiare al Conservatorio di Palermo.

Nel 2006, a 24 anni, la vita offre una svolta nell’esistenza di Marco, apparentemente velata da tragedia ma profusa di poesia e misticismo. Colto da un arresto cardiaco temporaneo vive l’esperienza del coma profondo, da cui esce trasformato: abbandona gli studi di pianoforte e inizia una nuova vita d’artista seguendo la via che il suo ‘Angelo Custode Matteo’ gli ha suggerito prima del risveglio dal coma.

Quel giorno inizia il viaggio straordinario di Marck Art dove la pittura, caratterizzata da una tecnica avvolgente, armoniosa, solo apparentemente scriteriata, diventa veicolo espressivo per eccellenza.

In Ospedale a S.S. Oasi di Troina elabora la sua prima opera dopo il coma “La Scarpa” e 12 mesi dopo inizia a dipingere senza sosta; nel 2007 termina “Curatevi”, una grande tela di 300 x 165 cm. Colto da una sorta di bulimia di desiderio di pittura ed arte, mista a spiritualità inizia a produrre le sue opere traendo ispirazione costante dalla sua esperienza di vita.

Il percorso sofferto e articolato, la lotta quotidiana, hanno reso la sua pittura un’esigenza di vita, una necessità esistenziale guidata dalla volontà inflessibile e dalle intuizioni di una mano che, nel tempo, si è fatta sempre più sapiente e consapevole.

Detto fatto, in breve tempo, le opere in primis e poi la sua storia vengono conosciute da tutti e apprezzate.

Non ultimo Vittorio Sgarbi che, stupefatto alla visione delle opere, da allora ne segue progressi e ne promuove la diffusione tra i collezionisti di tutto il mondo.

Mostre, eventi e circostanze legate al mondo dell’arte lo hanno portato nuovamente in Sicilia, soprattutto a Palermo dove, per il suo talento, i proprietari di Palazzo Drago, gli hanno ceduto un salone come laboratorio.

La notorietà e la fama di Marck Art vengono così moltiplicate dalle sue opere e dalle persone che lo hanno incontrato e sono rimaste colpite dalle stesse; così come è accaduto anche con i marchesi Marida e Annibale Berlingieri, proprietari di Palazzo Mazzarino che, dallo scorso luglio, ospitano anche gli “angeli” di Marck Art, una grande opera di 3 x 1,5 metri, posta accanto al “Diamante” di Jeff Koons (battutto all’asta per oltre un milione e mezzo di dollari).

La storia di Marck oggi è custodita anche in un libro, edito da Zolfo Editore e scritto dal giornalista Carmelo Sardo, dal titolo “L’arte della salvezza – storia favolosa di Marck Art”, che traccia tutte le fasi più importanti delle vite dell’artista, ci viene da dire, aprendo gli occhi a noi “normali”.

L’incontro con l’artista favarese, ci ha raccontato Sardo, è avvenuto per caso ed è stato folgorante.

«Una sera di febbraio del 2019 il mio amico e collega Gaetano Savatteri (che ha curato la prefazionde del libro – ndr) invitò me ed altri siciliani residenti a Roma per farci conoscere, a detta sua, una persona particolare marck appunto, che io no conoscevo.

Tutta la sera vedevo che in qualche modo mi fissava e chiesi, ad un certo, perché mi stesse guardando con insistenza; lui serenamente mi disse che osservava il mio angleo custode che faceva come un pazzo con il suo. Sul momento non presi troppo sul serio la sua risposta ed ascoltai comunque la sua storia.

Il giorno dopo un amico comune, che era alla cena anche lui, mi chiamò dicendomi di raggiungerlo con la macchina perché aveva qualcosa, di voluminoso, da darmi.

Arrivato lì trovai Marck con un quadro, che aveva realizzato la notte precedente, che ripercorreva praticamente tutta la mia carriera e tratti salienti della mia vita. Da lì la decisione di scrivere un libro che ripercorresse tutte le tappe della vita di Marco».

Come per ogni suo altro libro Carmelo Sardo ha svolto un’indagine in piena regola per verificare tutte le circostanze, spesso sorprendenti e perciò apparentemente poco credibili, giungendo anche a Londra per incontrare la madre di un ragazzino con cui Marck ha avuto uno scambio significativo, legato alle sue percezioni e intuizioni, per certi versi, paranormali.

«Sono sempre stato attratto dalle storie di riscatto, a vario titolo, e questa di Marck lo è a tutti gli effetti. Tutta la sua esistenza è avvolta da un grande mistero che, un giorno, ha avuto un’occasione di riscatto.

Si può non credere, ovviamente, al fatto che lui veda gli angeli e che non loro abbia una comunicazione costante, ma il valore della sua arte, a detta poi di chi se ne intende, come Vittorio Sgarbi tra gli altri, è fuori discussione».

 

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