Ne abbiamo parlato con Fabrizio Savarese, autore del progetto di una sala cinematografica per sordi
Con il varo del Dpcm in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, arriva la notizia che teatri e cinema riapriranno al pubblico nelle regioni in zona gialla a partire dal prossimo 27 marzo.
Una bella notizia per migliaia di esercenti pronti a riaprire le sale cinematografiche ma lo è ancora di più per Fabrizio Savarese, sordo dalla nascita che grazie a un impianto cocleare sente i suoni e le voci e riesce a godersi un film nonostante la sua disabilità.
Godersi una serata con gli amici al cinema, gustandosi un bel film in compagnia. Che c’è di più banale, semplice e scontato? Eppure per alcuni tutto questo non è possibile, a causa di problemi come la sordità, la cecità o il mutismo.
Si ritiene fortunato, Fabrizio ad avere genitori che gli abbiano dato ogni supporto, sia psicologico che concreto.
Dopo l’intervento, la qualità della sua vita è notevolmente migliorata.
Ha studiato grafica all’Istituto Golgi di Brescia e si è laureato allo IED di Milano, si è spostato e lavora presso l’amministrazione ASST Spedali Civili di Brescia, ma la sua passione fin da piccolo è quella cinematografica.
Fabrizio ha un sogno che noi con il nostro giornale condividiamo, quello di aiutare i sordi ad abbattere le barriere.
Vorrebbe collaborare con tutti quelli che lavorano al cinema per trovare una soluzione migliore e capire come fare per preparare qualcosa di utile a sviluppare nuove idee.
Vorrebbe che almeno un cinema in tutta le città di Italia dedicasse una serata alla settimana ai sordi con la visione di film di prima uscita, con i sottotitoli in italiano.
Vorrebbe creare un nuovo movimento cinema per sordi e udenti cercando degli attori sordi anche stranieri, perché il cinema è cultura e conoscenza di tutti e per tutti.
Ad oggi i cinema adibiti a sottotitolatura e audio-commento in Italia sono solo tre: a Roma, Milano e Bari.
Sarebbe bello se questa importante iniziativa prendesse piede e si diffondesse sempre di più a macchia d’olio, in maniera da coinvolgere il maggior numero di sale cinematografiche e di città italiane, grazie all’aiuto della Regione, della Provincia, dei Comuni e chissà, dei privati più fortunati.
La sottotitolatura, permette ai non udenti di ottenere informazioni relative a suoni differenti dai dialoghi e all’intonazione data alle frasi, in modo da riuscire ad avere una percezione quasi completa di ciò che accade in scena.
Ma sono ancora molti gli stereotipi che condizionano la percezione della disabilità, abbiamo chiesto a Fabrizio di raccontarci la sua storia e di spiegaci il suo progetto per abbattere le barriere sociali e culturali, cominciando da quello proposto nelle sale cinematografiche.
Fabrizio Savarese, cinema per sordi.
Fabrizio raccontaci chi sei e come sei riuscito a convivere con la tua disabilità.
«Ciao Nadia, prima di tutto vorrei ringraziarti per questa opportunità. Mi presento ai tuoi lettori.
«Sono Fabrizio Savarese nato a Crema ma vivo a Brescia da quando avevo 12 anni circa.
«Ho 37 anni, sono sordo dalla nascita da famiglia udente e dall’età di 17 anni porto l’impianto cocleare, un orecchio artificiale elettronico che mi permette di ripristinare la percezione uditiva dovuta a una sordità profonda.
«Fin da piccolo ho sempre usato gli apparecchi acustici, che in qualche modo mi hanno permesso di sentire qualche rumore.
«Ricordo la prima volta che ho scoperto la televisione avevo 9-10 anni circa, mi trovato in casa con la mia famiglia, assieme abbiamo visto il film dal Dellamorte Dellamore, sono rimasto felicemente sorpreso dalle figure che scorrevano in silenzio al ritmo della mia fantasia, da quel momento è iniziata la mia passione per il cinema.
«Crescendo, grazie all’ausilio di apparecchi sempre più sofisticati, sono riuscito a collegare le immagini televisive alla voce degli attori e pian piano ho potuto condividere le mie emozioni con la comunità sorda del mio paese.
«Nella vita, nonostante la disabilità, ho imparato ad essere felice anche nel mio silenzio e questo grazie ai miei genitori che mi hanno dato ogni supporto, sia psicologico che concreto.»
Quali erano le difficoltà che incontravi quotidianamente a causa della sordità, prima dell’intervento?
«Prima dell’intervento ho provato diversi tipi di apparecchi acustici, ma erano tutti piuttosto scadenti e di bassa qualità, sentivo male e non capivo quello che la gente mi diceva.
«Ero confuso, silenzioso e perplesso e facevo fatica a stare in compagnia. Ma grazie all’aiuto e alla pazienza dei miei genitori e di alcuni amici mi sentivo comunque accettato nonostante le tante difficoltà di relazione»
Sei rimasto sorpreso da certi suoni la prima volta che li hai sentiti, quali sono state le tue prime emozioni?
«Sono stato operato nel 2000 e dopo qualche mese, grazie all’impianto cocleare, ho capito che la mia vita cambiava perché sentivo tutto, rumori, suoni e voci, finalmente mi sentivo emozionato e felice e potevo comunicare con le persone udenti.»
La sordità cosa ti ha dato e cosa invece ti ha tolto?
«Bella domanda e difficile. La mia vita mi ha tolto tanti momenti di socialità, ma in compenso mi ha dato la forza e l’opportunità di cogliere le difficoltà degli altri.
«Mi è stata tolta la comunicazione ma non la possibilità di cogliere la parte emozionale delle relazioni e di questo ne sono orgoglioso.»
C’è un consiglio che ti senti di dare a te stesso o ad altri?
«Il mio consiglio è quello di ascoltare quello che dice il cuore e di non mollare mai, di investire nella cultura e nella formazione, poiché c’è sempre qualcosa da imparare nella vita. È importante sentirsi affamati e assetati di conoscenza. Va ignorata la gente irrispettosa che rifiuta di incontrare un sordo per non impegnarsi in problemi di comunicazione.
«Noi sordi possiamo fare altre cose a confronto delle persone udenti, non siamo inferiori a nessuno e abbiamo facilmente amici da ogni parte del mondo, il che ci rende multiculturali e pieni di curiosità. Siamo degli attivisti molto impegnati nella difesa dei nostri diritti e i social media ci rendono molto più visibili rispetto al passato.
«A proposito mi viene in mente una scena del film Star Wars, durante la guerra spaziale il Cavaliere Jedi Luke Skywalker (l’attore di nome Mark Hamill) vede il soldato indifeso e pauroso e si avvicina a lui dicendo Che la forza sia con te, dalla trama di quel film ho trovato il coraggio di affrontare al meglio le avversità della vita.»
Com’è nata la passione per il cinema?
«La mia passione principale è il cinema, ma lo sono anche i fumetti e la storia.
«Fin da piccolo andavo al cinema con i miei genitori ma non capivo niente. Qualcosa intuivo dalle immagini, dai movimenti degli attori, dall’espressione e dal contesto ma non ne capivo la trama.
«Poi crescendo, ho dato un senso alle immagini, ricordo benissimo, la prima volta che sono stato al cinema, era il 1989, con un mio amico d’infanzia, abbiamo visto il film Batman diretto da Tim Burton, guardavo attentamente il film e mi sentivo entusiasta perché Batman rappresentava quel personaggio coraggioso, che avrei voluto essere, sapeva come sconfiggere il nemico numero uno: Joker.
«Avrei voluto rivedere una seconda volta quel film, per sentirmi nuovamente eccitato, sicuro, forte e potente proprio come Batman.
«Poi nel 1996 ho visto con mio padre un altro film che è diventato il mio preferito: Indipendence day. Il film, di fantascienza, narra di una immaginaria e quasi riuscita invasione aliena della Terra, con la distruzione di parecchi monumenti simbolo degli Stati Uniti d’America, come l’Empire State Building, la Casa Bianca e la Library Tower di Los Angeles. Non avevo mai visto un film con tanti effetti speciali. Ne sono rimasto colpito.
«Da allora è nata la mia passione verso il cinema.
«I miei film preferiti sono quelli di fantascienza, storie vere, horror ma li guardo tutti anche quelli d’avventura. Di un film, mi interessa sapere di tutto, dalla vita del regista a quella degli attori, dalla trama alle critiche.
«Dal mio punto di vista, un film deve emozionare ma educare allo stesso tempo, trasmettere dei messaggi positivi che aiutino ad interpretare la realtà che ci circonda.
«Il cinema è ormai da 30 anni tutta la mia vita. I miei film preferiti sono: Salvate il soldato Ryan oppure Forrest Gump o le storie vere che mi aiutano a comprendere le diverse realtà al mondo.»
Spiegaci il tuo progetto per abbattere le barriere culturali cominciando dalla programmazione nelle sale cinematografiche. Di cosa si tratta e quali risultati hai raggiunto finora?
«Il mio progetto ha lo scopo di far sì che tutti i film proiettati nelle sale cinematografiche siano sottotitolati, per permettere alla comunità sorda di apprezzare l’arte del cinema.
«In qualche città è già una realtà, in altre ci stiamo lavorando. Ad esempio a Brescia si è fatto molto e io mi occupo, tramite facebook, whatsapp, linkedin, twitter e instagram, di informare la comunità sorda della programmazione settimanale dei film originali (audio inglese) con sottotitoli in italiano.
«Qui a Brescia siamo circa 600 sordi, ci sono voluti anni e molto impegno per convincere il comune ad approvare la richiesta di mettere dei sottotitoli in italiano per abbattere le barriere, ma, alla fine, ci siamo riusciti e a partire dall’anno 2017 ogni martedì e giovedì nelle sale cinematografiche esce il film originale con sottotitoli in italiano.
«Per noi che siamo una piccola comunità, il cinema rappresenta un momento di condivisione è un modo per abbattere le barriere e favorire nuove amicizie. E poi, godere di un film in una sala cinematografica è molto diverso dalle piattaforme di Netflix, Amazon, Disney+, Hulu, Sky e siti streaming.»
Ci sono delle difficoltà nella fornitura dei sottotitoli nei film?
«Per sottotitoli in italiano la tecnologia esiste già sia per il cinema che per la tv anche se dovrebbe essere migliorata; secondo me dovrebbero trovare un accordo per produrre i film già sottotitolati e doppiati, così sarebbe tutto facilitato. I festival internazionali potrebbero essere un mercato perfetto per una campagna di sensibilizzazione in tal senso.
«Il mio obiettivo è quello di collaborare con i responsabili dei cinema multisala per trovare una soluzione che permetta di proiettare tutti i tipi di film con i sottotitoli.
«A livello legislativo la LIS (lingua dei segni) che è una lingua a tutti gli effetti, non viene ancora riconosciuta come tale nei Musei, nei teatri e negli spazi culturali in generale. A riguardo abbiamo ancora molto da fare per abbattere queste barriere ed io ogni giorno continuo a lavorare anche su questo fronte.»
Parlaci del gruppo Movie News. Di cosa si tratta e a chi è rivolto?
«Da tre anni sono fondatore del gruppo Movie News su facebook. È un gruppo che nasce per tutti quelli che hanno una grandissima passione per il cinema. Con il tempo siamo cresciuti molto e abbiamo raggiunto la quota di 22.740 membri.
«Ogni giorno pubblichiamo le uscite di nuovi film, di vario genere, si tratta di una pagina sempre attiva e aperta a tutti quelli che vogliono commentare e conoscere in anteprima le proposte cinematografiche.»
Quali sono i progetti o i sogni per il futuro?
«Mi piacerebbe creare un piccolo festival degli attori sordi internazionali per raccontare al pubblico in un film le nostre e le loro storie. Forse è solo un sogno, poiché non ho né sponsor né finanziamenti.
«Mi piacerebbe anche portare i bambini sordi della scuola audiofonetica (Mompiano) al cinema di Brescia OZ a vedere qualche film d’animazione con sottotitoli in italiano.
«Abbiamo avuto dei contatti con la scuola che pare interessata. E uno dei tanti progetti ambiziosi che ho nel mio cassetto.»
Cosa stai facendo per portare avanti concretamente il tuo progetto?
«Penso di andare avanti coinvolgendo più persone possibili cioè il comune, le università, le scuole, soprattutto quelle dell’infanzia per coinvolgere i bambini normo udenti e sordi negli stessi progetti e negli stessi divertimenti e il cinema può essere un passo veramente importante.»
Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it
Fabrizio Savarese – fabriziosavarese14@gmail.com
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