Lingua dei Segni. Chiara Sipione: “Le persone sorde hanno un appuntamento fisso con la conferenza di Zaia”

Il punto stampa quotidiano del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, per fornire gli aggiornamenti sull’emergenza Coronavirus, è ormai un appuntamento fisso per tutte le persone non udenti che vivono nel territorio regionale

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Tutto questo è stato possibile grazie all’interprete della lingua dei segni Chiara Sipione (nella foto), 37enne di Conegliano che svolge la professione di docente agli istituti “Besta” di Treviso e Itc di Vedelago.

La donna, sempre alla destra del governatore Zaia, è la presidente regionale dell’Associazione interpreti di lingua dei segni, l’Anios.

Dal 24 marzo, per esaudire le richieste arrivate sui social da tante persone sorde, la Regione Veneto ha deciso di chiamarla per garantire anche ai non udenti il diritto ad una corretta informazione.

“È un’esperienza molto importante – spiega Chiara Sipione – perché diamo delle informazioni in un periodo di emergenza che era doveroso arrivassero anche alle persone sorde. È un loro diritto avere l’accessibilità, il governatore ha rispettato questo diritto delle persone sorde ad avere delle informazioni che sono ad oggi importanti per la vita delle persone. Quindi, sicuramente, è una responsabilità dover passare un concetto puntuale e preciso come appunto arriva alle altre persone”.

“Mi sono laureata alla Ca’ Foscari – prosegue – in Lingue e Scienze del Linguaggio, dopodiché ho fatto un corso per qualificarmi come interprete della lingua dei segni e ad oggi faccio parte di un’associazione di categoria degli interpreti della lingua dei segni che è Anios. Quindi siamo professionisti alla Legge 4 del 2013. Garantiamo qualità e professionalità che è molto importante”.

Sono molto contenta – aggiunge Sipione – perché non mi aspettavo una risonanza di questo tipo. Però, c’è un riscontro veramente positivo da tutta la zona di Conegliano, anche oltre, delle persone sorde che ormai hanno un appuntamento fisso con la conferenza stampa perché è il punto dove loro hanno le informazioni in maniera accessibile. L’errore che si fa comunemente è definire la lingua dei segni un linguaggio”.

“È una lingua – conclude – con delle regole ben stabilite, regole grammaticali, quindi tocca tutti gli ambiti della linguistica: ha una morfologia, una sintassi, una semantica e una fonetica. È una lingua vera e propria: la lingua naturale delle persone sorde che usa un altro canale, che non è quello acustico verbale, ma è quello visivo gestuale. Non passo solo da una lingua all’altra, ma passo anche da una cultura all’altra. Ci sono delle strategie traduttive che vengono messe in atto per passare il concetto, magari in un altro modo, ma che abbia la stessa efficacia”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it).
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