Milano, 13 agosto 2019 – «Ho superato tanti ostacoli, ma alla fine sono riuscita a giungere al grande traguardo». Natalia Colombo, 22 anni, non udente, stringe fra le mani il diploma in Design della Comunicazione – specializzazione in Art Direction – conquistato allo Ied. Milanese, nata da papà italiano e mamma croata, a 16 anni ha iniziato a lavorare come modella mentre studiava Scienze umane al liceo Virgilio e recentemente ha vinto anche il titolo di Miss Deaf International a Taipei. «Dopo il diploma non ero molto convinta di andare all’università – racconta – poi una persona di mia conoscenza mi ha consigliato di provare a iscrivermi allo Ied perché era una delle poche scuole in grado di offrire non solo uno sbocco per un futuro migliore ma anche l’opportunità di applicarmi in un contesto più creativo, che è sempre stato il mio. Raggiungere il traguardo della laurea per me è stata una sfida del tutto inaspettata che mi ha fatto crescere sia personalmente che professionalmente».
Natalia ha vinto una borsa di studio ed è riuscita a diplomarsi da sola, col solo supporto di una interprete in lingua dei segni – Federica Zecchi – durante gli esami, tramite il servizio “No barriere alla comunicazione” del Comune di Milano; servizio che nell’ultimo semestre – per la revisione della tesi e la discussione – è stato supportato finanziariamente dallo Ied. La proclamazione è avvenuta per la prima volta in lingua dei segni con la direttrice Elena Sacco che ha imparato la formula.
«Grazie alla tecnologia e ai filmati di YouTube ho superato tanti ostacoli: mi hanno dato la possibilità di apprendere durante le lezioni in totale autonomia – ricorda la neolaureata – questi strumenti, davvero essenziali, mi hanno aiutato ad essere più indipendente e mi hanno invogliato a studiare ancora di più, affrontando tutto il resto con più serenità».
Nel frattempo Natalia ha lavorato anche come assistente video make-up per conto di alcuni marchi, occupandosi tra l’altro di tradurre i contenuti in lingua dei segni italiana, in modo che i video fossero più accessibili ai non udenti. E l’accessibilità è stata anche al centro della sua tesi di laurea per Fabbrica del Vapore: «Ho cercato di valorizzare la Fabbrica attraverso opportune proposte progettate per l’occasione – spiega – come un luogo accessibile a tutte le persone con varie disabilità, inclusa la mia, in modo che possano finalmente partecipare agli eventi alla pari dei normodotati senza ulteriori intoppi. Forse è utopia, ma provare non nuoce a nessuno».
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