Fidati di me: un inno alla Lingua dei Segni

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Fidati di me (Dajana D’Ippolito – Marco Rea)
https://www.youtube.com/watch?v=MocU4Qh2akE&feature=youtu.be

Laura Santarelli, Presidente FIAS (Federazione Italiana Associazioni Sordi), ha lavorato per 22 anni al TG1 RAI nell’edizione LIS. È Direttrice dei Corsi dell’Accademia Europea Sordi e dell’Università Tor Vergata di Roma. Caratteristica della sua scuola è l’insegnamento mirato al percorso artistico di Performer LIS da cui sono emersi molti dei talenti che si vedono in rete. Sua l’idea e la regia del Notre Dame de Paris nella versione della Lingua dei Segni che ha ottenuto due Medaglie al Merito dal Presidente della Repubblica e due da Camera e Senato.

1) Com’è nata l’idea di questo brano? 
È un brano che avevo nel cassetto da qualche anno. Mi aveva particolarmente colpita per i suoi contenuti già nella sua prima versione scritta da Marco Rea, rimanendo nei miei pensieri come un’idea da realizzare quando avessi incontrato l’anima giusta per interpretarne il senso e il profondo significato. Il momento è arrivato e il brano ha preso definitivamente forma quando mi è capitato di condividere il palco con la nota artista pugliese Dajana D’Ippolito. Dajana, talentuosa cantautrice tarantina, è da qualche anno immersa in un percorso personalissimo in cui arte e fede si intrecciano e la sua voce si è fatta dono e strumento per portare all’ascolto e alla preghiera chiunque abbia il piacere di incrociarla.

2) Come vi siete conosciute? 
Ho avuto il piacere di conoscerla in occasione di un grande incontro di preghiera che si tiene ogni anno a Gallipoli, La Notte dei Cenacoli, organizzato dal pittore ufficiale della Santa Sede, il M° Giuseppe Afrune. Entrambe eravamo state contattate dal M° Afrune per comunicare e trasmettere la preghiera dallo stesso palco, Dajana attraverso il canto e i testi delle sue canzoni e io attraverso la lingua che insegno e che da anni cerco di diffondere, non senza difficoltà, in tutta Italia: la Lingua dei Segni. È in quel contesto che io e Dajana ci siamo ritrovate a cantare una a fianco all’altra. Il piacere è divenuto reciproco e tra noi è nata subito una magia.

3) Come hai intuito che la voce di Dajana sarebbe stata perfetta per questo brano? 
Ho riconosciuto in lei quella sincera e spiccata sensibilità di cui ero da tempo alla ricerca. Così le ho chiesto di ascoltare Fidati di me con l’idea sempre lucida nella mia mente di farne l’inno nazionale della FIAS. Dajana ha lavorato sul brano rivisitandone il testo e donandogli un arrangiamento nuovo, moderno, melodico e incline a un ascolto trasversale. Ha dato al brano un cuore e una melodia che mi hanno immediatamente resa cosciente della bellezza di quanto avremmo potuto realizzare insieme.

4) A cosa è dovuta la scelta di un videoclip in bianco e nero? 
Il bianco e nero vuole essere un chiaro richiamo ai film di Charlie Chaplin, quando il solo linguaggio del corpo trasmetteva parole ed emozioni. Dajana con la sua sublime interpretazione ha voluto lasciare spazio alla mia intensa trasposizione del testo in LIS. Il videoclip segue un unico filo conduttore: dar voce al mondo dei sordi. Il risultato è una danza cadenzata, leggera e incisiva, tanto quanto il messaggio che il testo in LIS vuole trasmettere e rappresentare. Riprese e montaggio sono a cura di Giovanni Longobardi.

5) Qual è il messaggio di questa canzone? 
È un vero e proprio inno alla Lingua dei Segni, da qui l’idea di aprire il brano con la frase “Fidati di me e delle mie mani”. Racconta con parole semplici il mondo dei sordi, la sua cultura e la sua lingua, la lingua dei segni, purtroppo non ancora riconosciuta. Con Fidati di me voglio raccontare con semplicità e in maniera chiara il mondo in cui sono cresciuta e vissuta. Figlia di sordi da quattro generazioni, mi batto da sempre per i diritti delle persone Sorde. Questo brano vuole dunque trasmettere delle necessità per troppo tempo inascoltate. Serve al mio mondo per far passare vari messaggi:
– la necessità di far conoscere e riconoscere la LIS – Lingua dei Segni – come lingua ufficiale dei sordi, cosa che in Italia non è ancora accaduta nonostante gli altri Stati membri Europei l’abbiano già fatto ai sensi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità;
– soprattutto mi preme ricordare che i sordi esistono: “in questo mondo che urla dove nessuno ci ascolta”. Questo per dire che anche i sordi vorrebbero essere liberi di esprimersi come meglio credono. Ringrazio Dajana per avermi accompagnata nella realizzazione di questo lavoro. L’empatia che oramai ci lega mi fa essere certa di nuove e future collaborazioni.

Il brano sarà presentato in anteprima il 23 febbraio a Campodarsego (PD) in occasione dello spettacolo Notre Dame de Paris in LIS. Il ricavato della serata sarà devoluto all’Istituto Magarotto di Padova

di Michele Peretti
redazione@viverefermo.it

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