«Studio, vinco e sogno le Olimpiadi»

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QUARTO D’ALTINO. La mano destra e quella sinistra indaffarate a stringersi la coda dei capelli in una treccia prima di mettersi in postazione sui blocchi di partenza dei 400 femminili e della staffetta 4×400.

E per sistemarsi i braccialetti che porta sul polso destro. La quattrocentista Rebecca Borga, atleta di Quarto d’Altino, vent’anni freschi freschi compiuti il giorno dopo la doppia medaglia azzurra ai campionati del Mediterraneo Under 23 di atletica leggera disputati al “Picchi” di Jesolo ha un altro gesto scaramantico, usare lo stesso paio di calzini bianchi di tutte le gare. «Sono molto attenta in queste cose e rispecchia tutta la mia vita da atleta» racconta Rebecca Borga, «prima di una gara e nella vita di tutti i giorni sono rigorosa da quando mi alzo dal letto. Colazione, pranzo e cena alla stessa ora, questo vale per le gare, gli allenamenti e gli studi universitari».

Cosa studi? «Lingua a Ca’ Foscari, porterò a termine gli studi, non lascio mai una cosa a metà, per questo mi programmo bene le giornate per far combaciare l’atletica leggera al mio ruolo di studentessa».

Un argento nei 400 e un oro nella staffetta 4×400 a Jesolo qualche giorno fa, domani un esame universitario, Rebecca non ha tempo per restare incantata dal luccichio delle due medaglie e per gustarsi la sua festa di compleanno. «Sto preparando l’esame di lingua dei segni italiana, mi sono chiusa in casa a studiare».

Da poco più di un mese la quattrocentista di Quarto d’Altino è entrata a far parte delle Fiamme Gialle dopo essere cresciuta nella Biotekna Marcon. «Mi si è aperto un mondo nuovo, in futuro vorrei rimanere dentro alle Fiamme Gialle e diventare finanziera. A livello sportivo gareggio ancora per la società di Marcon partecipando però solo ai C.d.s. (campionati italiani di società). Sempre sulla pista di Marcon svolgo gran parte dei miei allenamenti».

L’inno di Mameli al “Picchi” è stato suonato tredici volte, tanti sono stati gli ori dell’Italia. Rebecca Borga sente molto l’appartenenza all’azzurro, lo smalto sulle sue unghie delle mani sono tutt’uno con il doppio pezzo della divisa e il testimone portato durante la staffetta. «Lo sento dentro di me l’azzurro dell’Italia. È una emozione molto forte rappresentare in gara il proprio Paese. Il mio sogno più grande da quattrocentista è di partecipare ai Mondiali o alle Olimpiadi, mi do tempo dieci anni, devo farcela».

Quando si segna un gol, si vince una partita, si dedica sempre il successo a qualcuno. «Il primo pensiero quando taglio il traguardo va sempre alla mia famiglia che mi segue sempre e mi supporta durante i miei impegni di studio e sportivi. I due successi a Jesolo li voglio condividere anche con il mio allenatore della Gazzera Andrea Montanari che mi ha preparato e sostenuto sotto tutti i punti di vista».

Un brillantino sul dente ma niente tatuaggi… «Non so se ne farò, per il momento sono a posto così, magari ci penserò più avanti».

Thomas Maschietto

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