«Passo ogni giorno dal sonoro al muto. Appena sfilo l’impianto dall’orecchio, non sento più nulla. Sono nato cieco e anche sordo. Ho iniziato a perdere l’udito durante l’adoloscenza: il periodo più difficile della mia vita».
Francesco ha 37 anni ed è cieco dalla nascita. All’età di dieci anni circa ha iniziato a perdere anche l’udito e la sua condizione di vita è stata stravolta da una disabilità ancora più grave di quella con cui aveva imparato a convivere. Oggi vive da solo a Osimo e lavora alla Lega del Filo d’Oro, di cui ha presieduto a lungo il Comitato delle Persone sordocieche.
In Italia le persone affette da problematiche legate sia alla vista che all’udito sono 189 mila, pari allo 0,3% della popolazione italiana. Circa 108 mila di queste, sono di fatto confinate in casa, non essendo in grado di provvedere autonomamente a se stesse a causa di altre gravi forme di disabilità che spesso si aggiungono ai problemi di vista e udito.
In occasione della Giornata nazionale dedicata alla sordocecità del 27 giugno, ha scritto una lettera a VanityFair.it: «Dopo l’adolescenza ci sono stati i primi anni all’università, non facili. Per esempio il Codice Civile in braille è composto da 45 volumi, questo rende l’idea del perché davo solo 4-5 esami all’anno. Avevo due ore di assistenza al giorno. C’è stato anche qualche episodio di bullismo. Attacchi fisici e psicologici da parte di ragazzi più grandi di me. Io avevo una stazza maggiore di oggi, adesso non accade più.
La mia vita è cambiata in meglio quando sono riuscito ad andare a vivere da solo. Ho degli assistenti che mi aiutano quotidianamente ma leggo, lavoro, scrivo in autonomia perché la tecnologia oggi è meravigliosa. Riesco per esempio a prendere da solo i soldi nel portafoglio grazie a uno strumento che ha i numeri in braille e quando inserisco la banconota al suo interno riconosce il taglio.
Per vivere la mia vita serve tanta pazienza e determinazione. L’aiuto della Lega del Filo d’Oro è stato e continua ad essere fondamentale e anche io voglio restare al fianco delle persone con gravi disabilità per dare il mio aiuto. Se m’immagino tra tanti anni, mi vedo padre e marito. Avere una famiglia tutta mia sarebbe meraviglioso, questo è il sogno più grande».