Rita Mazza, attrice sorda in un ruolo da Oscar

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Al Rossetti sarà protagonista con Giorgio Lupano di “Figli di un Dio minore”, che valse la statuetta a Marlee Matlin

di Laura Strano

ritamazza

È molto più di uno spettacolo, “Figli di un Dio minore” di Mark Medoff, che va in scena al Politeama Rossetti domani e giovedì. O per lo meno è uno spettacolo molto speciale: e questo non semplicemente perché tratti di persone sorde.

È un progetto importante, basti pensare che la messinscena è stata preceduta da un approfondito laboratorio dedicato a giovani interpreti, sordi o con l’udito parzialmente danneggiato, attori udenti e a esperti della lingua dei segni e delle tematiche delle diverse abilità, per studiare il testo e le potenzialità espressive del doppio binario fra lingua dei segni e comunicazione orale: ciò al fine di rendere perfettamente fruibile a spettatori udenti e non udenti tutto ciò che avviene sul palco. E rappresenta anche un’occasione per il teatro italiano, rara e preziosa: quella di generare un confronto fra universi comunicativi separati e sovrapposti, in rapporto con le relative implicazioni umane, sociali e pedagogiche.

Il regista, Marco Mattolini, i protagonisti – Giorgio Lupano e l’attrice sorda Rita Mazza – i produttori, si sono dunque impegnati molto (contando anche in tutte le fasi del lavoro sulla collaborazione dell’Issr, Istituto Statale dei Sordi) e ora lo spettacolo finalmente arriva anche sul palcoscenico dello Stabile regionale, nell’ambito di una applaudita tournée.

“Figli di un Dio minore” di Mark Medoff nasce nel 1978 come testo drammaturgico e debutta negli Stati Uniti nel 1980: quella versione in lingua inglese fu fugacemente ospite al Festival di Spoleto nello stesso anno, mentre celeberrima è stata la trasposizione cinematografica del 1986, interpretata da un impeccabile William Hurt e da Marlee Matlin che vinse per quell’interpretazione l’Oscar e il Golden Globe.

Oggi il messaggio del testo è di immutata forza e attualità. La trama immagina che James Leeds, logopedista, inizi la sua collaborazione con un Istituto per sordi: i suoi metodi anticonvenzionali sono guardati con sospetto dal direttore, ciononostante Leeds va avanti per la sua strada e raccoglie ottimi risultati dai suoi problematici allievi. C’è una sfida però che vorrebbe vincere: Sarah. È giovane, bella, intelligente e sorda dalla nascita. Accolta fin da bambina dalla scuola e lì diplomata, accetta il lavoro limitante di cameriera, pur di rimanere entro i confini del suo rassicurante mondo di silenzio. Fiera della sua diversità si esprime solo attraverso la lingua dei segni e si rifiuta di parlare, per non affrontare la difficoltà di emettere suoni che non ha mai potuto sentire e che potrebbero renderla ridicola, criticabile, dunque davvero “diversa” e insicura.

«A spezzare il mio silenzio – ha raccontato la protagonista Rita Mazza – è stato Il grido del gabbiano, l’autobiografia di Emmanuelle Laborit, prima attrice sorda a vincere il Premio Molière, proprio grazie al personaggio di Sarah. Quel libro mi ha cambiata. Prima credevo che un sordo non avesse possibilità nella società e tanto meno in teatro. In Italia non esistono compagnie professionali per sordi e le opportunità di lavoro sono poche. Così sono andata in Germania e in Francia, ho imparato le lingue dei segni di altri Paesi e sono cresciuta come attrice. Questa è la prima volta che lavoro nel mio Paese»

Per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere ai punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line.

 

http://ilpiccolo.gelocal.it/

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