Lo sguardo di chiunque varchi la soglia è immediatamente attirato dalle due grandi fotografie appese dietro al bancone, che ritraggono una ragazza sorridente mentre mostra come dire “focaccia” e “pizza” con la Lis (Lingua italiana dei segni). Due parole fondamentali, dato che alla Focacceria Alis di Segrate (nell’hinterland milanese) si ordina con il linguaggio dei segni, o per lo meno lo deve fare chi vuole essere servito dalla titolare, la 23enne Alice Di Luca, sordomuta dalla nascita e protagonista degli scatti che accolgono i clienti.

Il nome del locale nasce appunto dalla fusione tra il suo nome di battesimo e l’acronimo Lis: qui, oltre a sfornare specialità dolci e salate, si fa opera di sensibilizzazione, dato che in un angolo della focacceria sono disponibili dei testi utili a chi voglia imparare a comunicare con i sordomuti, a cominciare dai dizionari di Lis. “Quello di aprire un negozio di questo tipo è sempre stato il sogno di Alice – racconta Irene Massa, la madre della ragazza, che la affianca dietro al bancone – Io sono di origine genovese e per un periodo ho anche vissuto a Recco, patria della focaccia ligure. Quindi sin da piccola mia figlia mi stava accanto in cucina e mi aiutava a preparare la specialità tipica della mia terra. Abbiamo sempre condiviso tanti bei momenti e infatti siamo anche amiche, oltre che madre e figlia”. Poi quella passione per la cucina è diventata qualcosa di più: “Alice ha frequentato il liceo artistico, scegliendo l’indirizzo di design, e come tesina per la maturità ha preparato proprio il progetto di un negozio di alimentari – continua Irene Massa – Da qualche settimana, grazie alla sua determinazione e forza di volontà, quel sogno si è concretizzato. Per una persona sordomuta stare a contatto con il pubblico è una sfida continua, ma da quando abbiamo aperto ci siamo resi conto di quanto sia buona la gente: la stragrande maggioranza delle persone cerca di venirle incontro se la vede in difficoltà”.

Tra i clienti più affezionati c’è il sindaco di Segrate Paolo Micheli, entusiasta dell’iniziativa: “Quella di Alice, nata e cresciuta nella nostra città, è veramente una bella storia. Entrando da Alis si trova un’ottima focaccia al formaggio, la mia preferita, ma soprattutto si capisce che il linguaggio dell’amore è veramente universale – sottolinea il primo cittadino – Guardando lei e suo marito Davide, che è udente, sembra di essere catapultati in una fiaba. Basti pensare che durante il loro matrimonio lui le ha fatto le promesse nuziali con la Lis, mentre lei si è sforzata di parlare”. Proprio il marito di Alice, Davide Russo, è l’altro componente dello staff della focacceria: “Per ora il bilancio è decisamente positivo, abbiamo avuto un riscontro al di là delle nostre aspettative – spiega – Del resto mia moglie è talmente testona che supera qualunque difficoltà quando si mette in mente una cosa. Ci sono clienti che preferiscono le ordinazioni tradizionali, ma sono sempre di più quelli che cercano il contatto visivo con Alice per cimentarsi con la lingua dei segni e comunicare direttamente con lei. Continueremo a lavorare in questo senso, aggiungendo tabelloni con la traduzione di vari termini gastronomici in Lis”.

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