OneSense a Roma. Ha aperto il locale inclusivo

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Una bella storia di donne e di coinvolgimento nei confronti delle persone sorde, che spesso vengono ghettizzate a causa della loro condizione. La storia è quella di Valeria Olivotti, che grazie alla madre Donatella Montani ha realizzato il sogno di lavorare nel mondo della ristorazione

Valeria “Valla” Olivotti è una ragazza ventinovenne, appassionata di equitazione, innamorata dell’arte, con un sogno: entrare nel mondo della ristorazione capitolina. Una storia come molte altre, se non fosse per il fatto che Valeria è sorda. “Ho avuto una vita tutta in salita, come moltissime persone sorde che vivono in un mondo “da udente”, dove vige ancora il pregiudizio che con la nostra “disabilità” invisibile, non siamo in grado di condurre una vita normale”. Eppure i non udenti, la loro condizione non la vivono come un problema, “ma solo come un dato di fatto, ed è per questo che non ho mai voluto arrendermi, anche grazie allo sport che pratico fin da bambina, l’equitazione, dove impari a non arrenderti mai. Questa grande passione mi ha segnato profondamente nella vita, insegnandomi a superare ogni ostacolo, come del resto accade nella mia specialità, il salto a ostacoli”. Certo, grinta e tenacia non bastano: “Ho fatto anche diversi corsi professionali, ma ho incontrato una montagna insormontabile quando ho provato a inserirmi nel mondo del lavoro. Così, grazie al sostegno straordinario di mia madreDonatella Montanitre anni fa ho deciso di aprire un ristorante”. Si chiama OneSense, ha aperto da due settimane e si trova nel quartiere romano Garbatella, in un ex deposito di prodotti audiovisivi

OneSense

Dopo una lunga ricerca ho individuato in un ex deposito di prodotti audiovisivi il luogo ideale per dare vita al mio progetto”. Anche il quartiere non è casuale:“Garbatella, un po’ borgata, un po’ paese, è per eccellenza uno dei quartieri romani più aggreganti”, ed è proprio l’aggregazione il messaggio che Valeria vuole diffondere attraverso OneSense. “Non vuole essere un locale per sordi ma è progettato per integrare i sordi tra gli udenti. Così ci sono sia camerieri sordi che udenti, e tutti sanno entrambe le lingue”. Non è un locale esclusivo, dunque, ma piuttosto un luogo “inclusivo” per sordi. “Dove la musica di sottofondo è prevista, ma studiata per non infastidire chi porta gli apparecchi acustici, dove nel bancone del bar ci sono dei campanelli che grazie alla domotica si accendono per richiamare anche i baristi non udenti, e dove il menu ha i piatti numerati, per il semplice fatto che i numeri sono facilmente comprensibili dal labiale”.

Tutte accortezze utili a far sentire a proprio agio ciascun tipo di clientela, frutto delle esperienze personali di Valeria e della consulenza di Gi.Pa. In Formazione e DNAssociati che ha curato lo sviluppo del concept e l’interior design del locale. Un locale di 480 metri quadri, più 300 esterni, suddivisi in tre sale, per circa 125 coperti. Lo stile è quello post industriale con sedute diverse tra loro, divani in cuoio, tavoli in legno dotati di prese per ricaricare i dispositivi e wi-fi gratuita. “A questo si aggiunge una libreria in ferro battuto con tanti testi sul tema, per chiunque volesse approfondire l’argomento, e una parete nella sala centrale che all’occorrenza si trasforma in un palco”. Qui verranno organizzati corsi di vino, formaggi, show cooking, ma anche spettacoli di danza silenziosa o proiezioni di film muti.

Il menù

Sul fronte food, lo chef Fabio Campoli ha studiato un menu con materie prime provenienti da aziende solidali e per la maggior parte biologiche, da Agricoltura Capodarco alla cooperativa SpazioSanpa. Si spazia dai salumi e formaggi, come il guanciale di Mora Romagnola, il salame e il prosciutto di San Patrignano, e sempre della selezione San Patrignano, la mattonella di capra a crosta fiorita, il riccio o il pecorino romagnolo

Tra i primi, mezze maniche all’amatriciana, pasta cotta al forno con melanzane e ricotta salata, spaghetti al bis di pomodoro. E si continua con agnello marinato alla malvasia e rosmarino o pollo e pancetta con insalata di songino, pere e semi di zucca. Propongono anche pizze in teglia e hamburger.

Un menu sfizioso che vuole essere il pretesto per sensibilizzare le persone, udenti e non.“OneSense per me, oggi, rappresenta una sfida vinta da una giovane ragazza sorda convinta che attraverso il cibo, l’integrazione tra il nostro mondo e quello degli udenti sia più facile da raggiungere”.

 

One Sense – Roma – via Alessandro Cialdi, 35 – 0651604557 – onesense.it – Orari: 18.00 – 1.00

 

a cura di Annalisa Zordan

http://www.gamberorosso.it/

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