A Roma, il digitale viene “asfaltato”. Ve lo ricordate il dissuasore sui parcheggi per disabili?

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Si tratta del sistema di rilevamento dei parcheggi per disabili: sensori installati al centro del posteggio per evidenziare eventuali infrazioni

di Gianmichele Laino

È una triste metafora del nostro Paese. Ci si proietta verso il futuro, anche con qualche anno di discreto anticipo, salvo poi dimenticarsene. E passarci su una colata di asfalto. È quello che è successo a Roma, in via degli Scipioni dove, nell’ambito di un progetto che affonda le sue radici addirittura nel 2014, erano stati installati i sensori di rilevamento nei parcheggi riservati ai disabili. Si tratta, di fatto, di un sistema di analitica in tempo reale: i sensori sono in grado di individuare se un veicolo non autorizzato alla sosta in un parcheggio per disabili, al contrario, lo utilizza. Aiutando le forze dell’ordine nell’espletamento delle loro funzioni e – contemporaneamente – assicurando ai cittadini con disabilità la possibilità di trovare sempre un posto là dove spetta loro. Oggi, come testimoniano queste segnalazioni fotografiche, chi ha rifatto il manto stradale in via degli Scipioni ha pensato bene di sradicare il sensore (evidentemente un ostacolo nell’operazione di messa a terra dell’asfalto) e di abbandonarlo sul marciapiede, rendendolo – di fatto – inutilizzabile. Oltre che pericoloso.

Rilevatori per disabili “Tommy” divelti a Roma, dopo operazione di rifacimento del manto stradale

Il manto stradale, in via degli Scipioni, è stato rifatto da poco. I sensori – un quadrato di circa 30 centimetri per lato – sono abbandonati a bordo strada, inutilizzabili. Il progetto aveva avviato la sua sperimentazione – con il Comune di Roma e Aci Consult – nel 2014. Nel 2016 era invece stato presentato ufficialmente, proprio nel giorno della Giornata Internazionale della Mobilità Sostenibile, nella Capitale, con diverse installazioni nel Municipio I. Il progetto era stato denominato “Tommy”, ma persino sul nome è sorto un equivoco. Il giornalista Gianluca Nicoletti – che aveva per primo pensato a uno strumento del genere e che da sempre si batte per i diritti dei disabili, raccontando in prima persona la storia di suo figlio, Tommy appunto – già da tempo ha chiesto che dai dissuasori fosse tolto il riferimento alla vicenda del figlio.

«Purtroppo come già da anni ho fatto devo specificare di non avere nulla a che fare con quell’oggetto – dice Nicoletti a Giornalettismo -. Continuano a distribuirlo (e venderlo) giocando sul nome di mio figlio nonostante l’avessi più volte dissuasi a farlo. Il mio parere è che non sia un sistema efficiente, io pensai a un meccanismo di difesa del parcheggio e lavorai assieme a ACI a un prototipo molti anni fa, ma non ho mai partecipato in nessuna maniera alla sua commercializzazione. Con dispiacere ancora devo sopportare che il mio nome sia associato a un attrezzo che mi risulta non funzioni e che continuano ad attribuirmi. L’idea iniziale era buona ma occorreva lavorare sul prototipo per renderlo efficiente, cosa che mi pare non sia stata fatta. Sono infinite le volte che vedo dissuasori inservibili, rotti, divelti». Il nome “Tommy” campeggia tristemente anche sui dissuasori che sono stati mostrati in foto, accantonati a bordo strada in seguito a una colata d’asfalto: «In tanti – ha continuato Nicoletti – mi hanno cercato per lamentarsi del fatto che il dissuasore non serva e a ognuno devo ripetere che è stato fabbricato e venduto senza che ne avessi alcuna parte. È davvero doloroso, per me, fare i distinguo su qualcosa che io ho pensato come idea da sviluppare, che porta il nome di mio figlio e che qualcuno continua a millantare come difesa sicura del parcheggio».

Nel frattempo, sul sito del Comune di Roma, il progetto dei dissuasori ha una pagina dedicata. L’ACI ha realizzato, dopo l’avvio del progetto stesso, una gara europea per dare in affidamento la gestione del sistema. Al momento, secondo fonti consultate da Giornalettismo, sarebbero in corso le trattative per il rinnovo della concessione sulla manutenzione. Una fase di passaggio, all’interno della quale è sempre molto complesso stabilire tempistiche e modalità di intervento. Certo è che anche in passato, più volte, era capitato che i dissuasori venissero danneggiati o divelti: quando, però, arrivavano le segnalazioni, prontamente si cercava di correre ai ripari. L’abbandono dei dissuasori in via degli Scipioni, a bordo strada, non solo è un gesto di incuria nei confronti del progetto, ma può rappresentare anche un pericolo: l’inciampo, il danno provocato da questi materiali lasciati a bordo strada sono tutti elementi che potrebbero essere valutati in sede civile.

Sulla solita pagina del comune di Roma, si spiega il funzionamento dei dissuasori e si forniscono dei contatti utili, sia per permettere ai cittadini di avere un contrassegno compatibile con il sistema, sia per segnalazioni. Gli orari indicati sono: lunedì, martedì, giovedì e venerdì – dalle 9.00  – 12.30. In questo sabato di settembre romano, il numero di telefono indicato per le segnalazioni suona a vuoto. Così come quello di Place4me, il raggruppamento di imprese che ha in gestione il progetto: gli uffici sono al momento chiusi. Vigileremo sulla vicenda e vi daremo aggiornamenti in proposito.

 

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