Nel villino confiscato alla mafia la prima casa pubblica per persone disabili

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Il palazzetto nella periferia del Municipio III utilizzato nel progetto Dopo di Noi: ospiterà cinque persone con disabilità grave prive di sostegno familiare
“Questo è il cantiere di un sogno che si realizza” – così il presidente del Municipio III, Giovanni Caudo, ha salutato l’inizio dei lavori nel villino di Fidene confiscato alla mafia e consegnato a Roma Capitale nel gennaio del 2019.

Il villino di Fidene confiscato alla mafia

Centocinquanta metri quadri che diventeranno due appartamenti con cinque stanze, sopra il terrazzo, tutto intorno il giardino: è qui che nei prossimi mesi nascerà la prima casa pubblica di Roma in applicazione della legge del Dopo di Noi, il progetto che coinvolge persone con disabilità grave prive di sostegno familiare.

Basato sulla costruzione di nuovi gruppi di convivenza, il Dopo di Noi in Municipio III, che in collaborazione con l’Asl Roma 1 ha avviato i primi 22 progetti personalizzati per l’accompagnamento mirato della persona con disabilità a una vita indipendente, coinvolge ad oggi 45 persone.

Dopo di Noi: ecco la prima casa pubblica di Roma

Cinque di queste saranno selezionate per trasferirsi nel villino confiscato alla mafia a Fidene. “Questa sarà la loro casa. La vivranno con il supporto di un sistema di protezione sociale costruito sulla base delle loro esigenze e risorse (budget di salute) attraverso un processo partecipato che coinvolgerà i destinatari, le loro famiglie, l’Asl e il terzo settore coinvolto. Un sistema destinato a mutare nel tempo in linea all’evolversi delle esigenze e risorse delle persone interessate e quindi del gruppo. Questo sostegno lo dobbiamo garantire per tutta la vita, per affrancarsi dalle famiglie e soprattutto – ha sottolineato Caudo – togliere loro l’angoscia di cosa accadrà dopo di loro”.

 

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