L’Amministrazione capitolina nell’ultimo mese ha consegnato 55 case popolari a famiglie aventi diritto. In un anno e mezzo le assegnazioni sono state oltre 750, più di 500 solo quest’anno, contro le 250 del 2014 e le 280 del 2015.
“È un risultato significativo. Stiamo finalmente riportando giustizia alle famiglie oneste – ha dichiarato la sindaca Virginia Raggi – che aspettano la casa popolare in graduatoria sin dal 2000. Andiamo avanti spediti, forti del censimento da poco completato degli alloggi popolari dell’Edilizia Residenziale Pubblica di Roma Capitale: una mappa precisa a disposizione per liberare le case popolari occupate da chi non ha titolo e consegnarle contestualmente a chi ha diritto e bisogno. Il meccanismo è tornato in moto, poniamo fine a ‘scroccopoli’ ”.
Il censimento degli alloggi popolari dell’Edilizia Residenziale Pubblica di Roma Capitale ha portato alla luce circa 2.000 situazioni in cui ad abitare una casa popolare sono persone con redditi alti, immobili di proprietà o residenze altrove, sia dentro che fuori i confini capitolini. Inoltre, sono stati individuati 1.600 alloggi i cui legittimi assegnatari sono deceduti.
Tra i casi emersi ci sono quelli di famiglie con redditi di 90 mila euro e auto di lusso, persone con 18 immobili di proprietà, giovani benestanti subentrati abusivamente nelle case popolari dei nonni, nuclei con entrambi i genitori lavoratori e redditi di 45 mila euro l’anno, coppie sposate che detenevano due alloggi popolari oltre ad avere immobili di proprietà. Fino alle case popolari arredate con suppellettili in bagno d’oro, vasche con l’idromassaggio, cabine-armadio hollywoodiane e maxischermi.
“Il prossimo obiettivo – ha dichiarato l’assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative, Rosalba Castiglione – è far sì che il patrimonio pubblico disponibile, quindi non afferente alle case popolari, sia valorizzato come merita. La città possiede molti immobili di pregio sottostimati o con canoni molto al di sotto dei valori di mercato. Parliamo di alcune delle location più belle del mondo, basti pensare agli appartamenti vista Colosseo, Piazza Navona o Fontana di Trevi, che sono stati dati fino ad oggi a meno di 200 euro al mese. Un assurdo sistema a colabrodo, che disperde risorse a scapito delle entrate delle casse comunali e quindi dei servizi alla città. I beni di Roma Capitale appartengono a tutti i cittadini e solo e unicamente a beneficio della collettività devono essere amministrati”.
28 DIC 2017 – RED