Il New York Times: «Trastevere muore senza il cinema America»

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Se scompare il cinema America, Trastevere rischia di perdere la sua anima. Dalle colonne del New York Times arriva un monito su ciò che potrebbe diventare uno dei quartieri più famosi della Capitale, ormai sempre più soggetto alla gentrificazione (la trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni), se si distruggesse anche questa storica sala e si lasciasse morire con esse l’esperienza dell’occupazione.

I ragazzi del Cinema America Occupato e il ministro Franceschini (Ansa)

La sala, costruita negli anni ‘20 e chiamata «America» in onore della trasformazione di Roma nella «Hollywood sul Tevere», fu acquistata nel 2002 da una società immobiliare con lo scopo di buttarla giù e farne un complesso residenziale. Le gru furono tuttavia bloccate in seguito alla richiesta di verificare il valore storico e artistico della struttura. Nel 2012 il cinema fu occupato da un gruppo di studenti che portarono avanti la loro battaglia per salvarlo fino al 2014 quando furono costretti allo sgombero. «Dopo lo sgombero del 2014 – scrive il New York Times – la protesta degli studenti continuò per le strade, con la proiezione di film direttamente sui palazzi. Oggi, i film vengono proiettati a Piazza San Cosimato, di fatto occupando simbolicamente il Cinema America dall’esterno. In estate specialmente, viene organizzato un festival all’aperto con proiezioni di ogni genere (persino horror, proiettati il sabato a mezzanotte con dotazione di cuffie inclusa, al fine di non disturbare i residenti)». Appuntamento che è diventato un cult dell’Estate Romana.

Trastevere distretto del cinema

Il quotidiano newyorkese pone anche l’accento su come Trastevere sia cambiato negli anni e da quartiere operaio si sia trasformato in un luogo completamente turistico, pieno di ristoranti e bar e di abitazioni che sono state convertite in Bed&Breakfast. «L’invasione di turisti – ha detto Guido Hermanin, presidente dell’Associazione Progetto Trastevere, con lo scopo di salvare il cinema – ha fatto arrabbiare molti residenti. Ecco perché la battaglia per salvare Cinema America ha rivitalizzato il quartiere». Hermanin ha sottolineato anche che Trastevere era conosciuto come un distretto del cinema, Alberto Sordi era nato poco lontano, il regista Sergio Leone viveva in zona e qui risiedono ancora Nanni Moretti e Bernardo Bertolucci. Inoltre Trastevere ha ancora una presenza di cinematrografi superiore alla media. «Cinema America – continua – è come un manuale della storia urbana perché esemplifica diversi motivi che spronano la trasformazione urbana. Oggi è tutto sulla costruzione di case per il turismo». Victor Raccah, che 15 anni fa comprò il cinema, dice che non avrebbe mai intrapreso un’azione del genere se avesse saputo a cosa andava incontro. Pur capendo le motivazioni degli studenti, afferma che la demolizione è in regola e che possiede tutti i permessi necessari. «E’ diventato un problema politico, e si ignorano fatti oggettivi, come la legalità e i miei diritti di acquirente», spiega. Per Ambra Craighero, dell’associazione Oldcinema, «in Italia sono presenti molti cinema storici, che faticano a rimanere in vita: l’unico modo, afferma, è quello di riportare la gente al cinema».

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