Musei Capitolini, la Madonna del Pintoricchio e il mistero svelato di Giulia Farnese

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I Musei Capitolini ospitano, dal 19 maggio al 10 settembre, Pintoricchio pittore dei Borgia. Il mistero svelato di Giulia Farnese, una mostra che racconta storie cortigiane della Roma tardo quattrocentesca. Per la prima volta viene esposta nelle sale la Madonna di Bernardino di Betto, detto Pintoricchio, ritenuta dal Vasari il ritratto di Giulia Farnese, amante di papa Alessandro VI al secolo Rodrigo Borgia, accanto al più noto Bambin Gesù delle mani.

Il pontificato di Alessandro VI assecondò intrecci dinastici, veleni e gelosie di palazzo, ma nello stesso tempo incoraggiò le arti con la chiamata a Roma del Pintoricchio, uno degli artisti più estrosi del nostro Rinascimento e autore di uno dei cicli pittorici più famosi della storia dell’arte: quello del nuovo appartamento papale in Vaticano, appartamento Borgia.

Tra le opere realizzate nelle stanze un dipinto che raffigura una Madonna col Bambino benedicente e, ai loro piedi, un Papa adorante. L’opera causò infiniti scandali perché ritenuta il ritratto dell’amante di Alessandro VI, la giovane Giulia Farnese. Il ciclo pittorico considerato eccessivamente compromettente fu censurato e distaccato sotto il pontificato di Alessandro VII e le due immagini della Madonna e del Bambino, ormai due dipinti a sé stanti, entrarono a far parte della collezione privata dei Chigi, mentre il ritratto di Alessandro VI scomparve definitivamente. L’esatta composizione del dipinto, tuttavia, non andò perduta grazie a una copia realizzata nel 1612 dal pittore Pietro Fachetti.

La mostra ai Capitolini offre l’occasione di rivedere la “leggenda” della presenza del ritratto di Giulia Farnese nell’appartamento Borgia, destituendo di ogni fondamento una delle convinzioni più durevoli della storia dell’arte moderna che riconosceva nel volto femminile l’amante del Papa, Giulia Farnese. Leggenda che nacque e si diffuse a causa della riprovevole fama di papa Alessandro VI, i cui comportamenti scandalosi suscitarono a Roma sdegno che crebbe soprattutto dopo la sua morte.

Oggi, a oltre cinquecento anni da quei fatti, è possibile presentare per la prima volta vicini i due frammenti: quello del volto della Madonna, mai esposto fino a ora, insieme a quello ben noto del Bambino Gesù delle mani. Le sembianze della Vergine risultano vicinissime al più classico tipo dei volti di Madonna del Pintoricchio e riaccostato al Bambino Gesu delle mani, permette di ricomporre parzialmente un’opera di forte valenza iconografica ed evidente significato teologico, spazzando definitivamente il campo dalle interpretazioni decisamente più “terrene”.

Nelle sale del Museo si possono ammirare 33 opere del nostro Rinascimento: ritratti della famiglia Borgia e dipinti di Bernardino di Betto, dalla Crocifissione della Galleria Borghese, alle Madonne della Pace di San Severino Marche e delle Febbri di Valencia, accanto alla ritrovata Madonna e al Bambin Gesù delle mani. Presenti ache 7 antiche sculture di età romana, provenienti dalle raccolte capitoline, poste in stretto dialogo con i dipinti dell’Appartamento Borgia (riproposti in mostra con fedeli gigantografie) che documentano quanto il Pintoricchio abbia attinto all’antico per promuovere la “rinascita” artistica e culturale di Roma.

 

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il patrocinio della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede, a cura di Cristina Acidini, Francesco Buranelli, Claudia La Malfa e Claudio Strinati, con la collaborazione di Franco Ivan Nucciarelli con la supervisione di Francesco Buranelli, con l’organizzazione dell’Associazione Culturale MetaMorfosi con Zètema Progetto Cultura.

Info: 060608 (tutti i giorni 9 – 19), www.museicapitolini.org ; www.museiincomune.it

18 MAG 2017 – MGS

http://www.comune.roma.it

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