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lunedì 23 Dicembre 2024

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Disabili alle Paralimpiadi: ai tavoli di hotel e ristoranti il futuro è iniziato. Innovativo progetto delle Ulss del Veneto

di Marco Dibona

CORTINA – Portare a Cortina giovani tirocinanti, ragazzi che vivono con dinamismo la loro disabilità, tanto da riuscire a lavorare in una struttura alberghiera, per poi divertirsi nel contesto sportivo, culturale, ricreativo del paese: è la proposta del progetto “Turismo sociale e inclusivo”, elaborato dalle Ulss del Veneto, presentato a Cortina poco prima di Natale, e che si svilupperà in primavera e alle soglie dell’estate prossima. Il progetto è stato l’argomento più coinvolgente di una giornata intera di lavoro, che Cortina ha dedicato all’approfondimento e all’esame dei temi dell’accoglienza, dell’inclusività, rivolta soprattutto alle persone con criticità, con disabilità fisiche o psichiche.

IL PRECEDENTE
Grazie a questo progetto, già sperimentato in altre Ulss del Veneto, i ragazzi imparano a confrontarsi con il mondo del lavoro, ma gli stessi imprenditori che li accolgono possono acquisire sensibilità nuove e diverse. Gianpaolo Pecere, direttore dei servizi sociosanitari Ulls 1 Dolomiti, ha spiegato: «Si tratta di attivare una serie di iniziative, a favore di persone con disabilità, in un’esperienza lavorativa, di tempo libero e vacanza, in un ambiente montano». La presentazione ha già coinvolto le altre Ulss del Veneto; per il Bellunese, Cortina ha proposto un collegamento con le Paralimpiadi invernali 2026, alle quali si sta preparando: «Quei Giochi possono rappresentare anche un’opportunità importante, per tutto il territorio montano, ma pure per l’Italia intera – dice Pecere – è una sfida: con questi eventi, vogliamo provare ad abbattere le barriere culturali, per far sì che non si guardi più la disabilità, ma la persona». Monica De Mattia, assessore comunale al sociale, ha confermato: «Cortina 2026 è una grandissima possibilità, che l’intera nostra comunità coglie come punto di partenza, una opportunità, per fare in modo che il paese sia sempre più aperto e accogliente per tutti, anche per le persone che presentano criticità». Nel dettaglio, precisa: «A marzo e maggio 2023 arriveranno a Cortina alcuni tirocinanti, inseriti in un contesto lavorativo. Oltre a questo, noi faremo di tutto per offrire loro le molteplici opportunità di questo paese, nello sport, cultura, tradizioni». Giuseppe Casagrande, sindaco di Pieve di Cadore, per la conferenza dei sindaci del Bellunese ha commentato: «Questo progetto è la cornice: all’interno c’è il protagonista, la persona disabile, soprattutto il giovane. E’ una sperimentazione, che si colloca in una realtà che si sta preparando alle Paralimpiadi». Il presidente degli albergatori cortinesi Stefano Pirro ha precisato: «Avere nello staff del proprio hotel una persona con disabilità può essere un valore aggiunto. Noi dobbiamo formarci, imparare a stare con persone che possono farci crescere. A Cortina questo percorso non è ancora iniziato: questo progetto della Ulss è un regalo per noi. Le Paralimpiadi saranno uno stimolo: dovremmo già essere pronti, invece ci portiamo dietro delle carenze. A Cortina non c’è soltanto il problema degli alberghi: è la montagna stessa che crea difficoltà, con il suo territorio».

IL COMUNE
Lo stesso giorno, nel pomeriggio, c’è stata un’altra esperienza formativa, promossa da amministrazione comunale e associazione albergatori di Cortina, in collaborazione con il Comitato paralimpico italiano. Ampio spazio ha avuto Fondazione Cortina, con il lavoro di organizzazione dei grandi eventi sportivi dell’inverno cortinese, che culmineranno con le Finali della Coppa del mondo di sci alpino paralimpico, dal 14 al 17 marzo 2023. Roberta Alverà, nel suo ruolo di vicesindaco e assessore al turismo, ha concluso: «Dobbiamo offrire un turismo diverso. E’ una sfida importante, perché il risultato sarà sotto gli occhi di tutto il mondo. Cortina è già partita, su questa strada, ha già professionalità e servizi. Ci sono già tante cose fatte, ma molte restano da fare. Il comune è motore di queste strategie, di un lavoro di squadra corale, che coinvolge associazioni e portatori di interesse, oltre ai privati»

 

REDAZIONE
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Mario Parisella, classe 1959, è molto orgoglioso di essere sordomuto e non semplicemente sordo, che ha realizzato in proprio fino ad oggi ed in forma del tutto volontaria
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