Trapani. Nasce il basket sociale per i disabili autistici

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Mentre i tifosi temono per la disgraziata possibilità della scomparsa della società Trapani calcio, c’è chi dello sport ha una visione diversa, dedita esclusivamente, o quasi, al sociale. Non importa se lo sport da praticare, più corretto da utilizzare, è il basket e non il calcio, importante è lo scopo che si vuole raggiungere.

Lo scopo che vuole raggiungere la neonata società “ASD  Granata Basket club” è definito negli scopi: “l’idea ispiratrice è rappresentata dalla utilizzazione del basket non solo come attività sportiva e formativa, ma anche, e soprattutto, come strumento sociale e terapeutico delle disabilità psico-fisichei cui destinatari sono in particolare i soggetti dello spettro autistico e la cui finalità è rappresentata dal contributo al loro recupero ed ad una accettabile socializzazione”. Appunto, utilizzare lo sport, in questo caso il basket, come momento di recupero di disabili in un settore, quello dello spettro autistico e non solo quello,  che in questo territorio è sempre stato carente.

Che a far nascere questa nobile associazione siano un gruppo di persone provenienti dal mondo del basket giocato e diretto, non è un caso. Che questo nuovo sistema di recupero terapeutico sia stato portato e fatto conoscere a Trapani da Marco Calamai, un grande ex giocatore di basket poi diventato allenatore, non è un mistero. Non è soprattutto un mistero che ispiratore della nascita di questa esperienza a Trapani sia stato Vincenzo Garraffa, storico presidente della pallacanestro Trapani insieme alla moglie Antonella Frabetti, la prima arbitro di serie A del basket. Sono stati loro, amici di Calamai, a conoscere da vicino questa realtà, a poter constatare personalmente a Bologna la sua meritoria esperienza e come ha consolidato e perfezionato nel tempo questo metodo di lavoro. Da qui la volontà di trasferire questa esperienza a Trapani pur adattandola al nostro tessuto sociale, chiamare a raccolta la gente del basket che alla parte sportiva ha sempre accoppiato quella sociale.

Scrivono nella presentazione: “ il basket …come strumento di comunicazione tra coloro che godono del pieno benessere psico-fisico e chi, invece, vive una condizione di disabilità o di fragilità psico-fisica. Il nostro impegno è rappresentato dal contributo alla integrazione con pari diritti e dignità, di soggetti che non sono figli di un Dio minore, ma creature delicate”.

Questi i nobili principi che sono al centro dell’associazione che si è data anche, come ovvio, un gruppo dirigente. Tutti  provenienti dal mondo del basket, a cominciare dal neo presidente Alessandro Aiello, vice presidente Antonella Frabetti, segretario con compiti anche tecnici Giacomo Genovese che alternerà questo servizio sociale a quello professionale di allenatore. Soci fondatori sono Vincenzo Garraffa, Giovanni La Commare, Giuseppe Tallarita, Giovanni Scontrino, Antonino Barone, Davide Amantia, Gaetano Spitaleri, Giancarlo Decimo. Ovviamente, ci tengono a ribadirlo, è una associazione aperta a chiunque vuole unirsi a loro condividendone le finalità sportive, ma soprattutto sociali.

Adesso, però, arriva la parte più difficile per sviluppare il programma, a cominciare dalle strutture dove operare. “Quando abbiamo deciso di partire eravamo coscienti delle difficoltà da superare, a cominciare dalla palestra dove sviluppare l’attività” dice il presidente Aiello. “Partiamo da una triste constatazione: a Trapani le strutture sportive sono da tempo deficitarie, mancano palestre dove esercitare lo sport in generale, rivolto ai disabili in particolare. Abbiamo avviato una interlocuzione con l’amministrazione comunale, con l’assessore Abbruscato che si è detto sensibile e interessato a cercare una soluzione. Attendiamo con fiducia una risposta. Nell’attesa non ci siamo fermati, stiamo cercando anche altre strade possibili, anche nel mondo della scuola dove è oltremodo importante portare a conoscenza la nostra attività. Non disperiamo di trovare una soluzione.

Poi ci sono i costi che non possono essere delegati esclusivamente ai tanti benefattori che hanno risposto positivamente al nostro appello. Il loro contributo è benvenuto e lo ringraziamo, ma non può bastare. Dovremo approfondire anche attraverso altre esperienze, tutte le leggi che sostengono il sociale e quello dei disabili in particolare. Abbiamo iniziato con fiducia convinti di poter dare una risposta positiva, nel campo della disabilità, alla società trapanese. Andremo avanti”.

Aldo Virzì

 

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