di Francesco Pacifico – Il Messaggero
Soltanto nell’ultimo mese sono stati scoperti, sanzionati e denunciati 260 scrocconi.
Tutto grazie a una pistola-scanner, che in tempo reale controlla se il permesso esposto sul parabrezza è valido. Nuova stretta contro i furbetti dei pass per disabili. Il comando della polizia locale ha distribuito in questi giorni a tutti i gruppi cittadini una serie di lettori digitali di nuova generazione per verificare se il possessore del tagliando blu è in regola. Finora il nuovo congegno è stato usato in una sperimentazione nel I e nel II Municipio, dove c’è stata un’impennata di controlli (6.300) e di verbali (260) in un solo mese.
IN CIRCOLAZIONE
A Roma sono quasi 80mila i titolari dei Cude (contrassegni speciali di circolazione per persone con disabilità), collegati a loro volta a oltre 100mila auto. Permessi che garantiscono il passaggio nella Ztl, il parcheggio gratuito nelle strisce blu oltre a quello sugli appositi stalli delimitati con le righe gialle. Visto l’alto numero di “furbetti”, il Comune aveva anche provato a serrare le fila, anche perché ogni badge può essere associato a tre vetture diverse. Il Dipartimento Mobilità aveva proposto di ridurre il numero dei mezzi a uno, al quale aggiungerne un altro “secondario” per gli imprevisti. Ma poi il piano non era andato avanti per le proteste di molti e per il timore – dell’amministrazione – di essere troppo impopolare. Già prima del Covid, il numero dei controlli non è mai stato altissimo (tra i due e i tremila al mese in tutta la città), ma le multe elevate erano molte meno: una cinquantina a livello mensile.
Il nuovo tipo di strumento per le verifiche è una nuova pistola-scanner Rfid (Radio-frequency identification), che dopo aver “letto” il nominativo, effettua un controllo incrociato e in tempo reale tra le banche date dell’Inps, della motorizzazione e dell’amministrazione capitolina. Il tutto con la stessa rapidità ed efficienza, che si registra con le analoghe modalità utilizzate per accertare il pagamento del bollo auto o dell’assicurazione, visualizzando la targa. E durante le sperimentazione nei Municipi I e nel II sono stati scoperti non poche storie imbarazzanti.
Oltre il 90 per cento delle sanzioni sono state comminate a soggetti che hanno continuato a usare il pass nonostante il parente disabile (il marito, il nonno o uno zio) che dovevano accompagnare fosse morto da tempo. Le disposizioni comunali prevedono che il contrassegno vada restituito tassativamente entro un mese. Per esempio, una signora di mezza età che non era in regola, quando è stata sorpresa in centro dagli agenti, si sarebbe giustificata dicendo che «nessuno le ha mai comunicato che il tagliando era scaduto». Quindi avrebbe sostenuto che, in qualità di erede legittima del suo ex marito, aveva tutto il diritto a utilizzarlo anche dopo la sua dipartita. Peccato che il consorte fosse passato a miglior vita tre anni prima. Un ragazzo di vent’anni, che guidava una vettura autorizzata per accompagnare la nonna, ha dovuto ammettere che l’anziana signora da anni non era più residente a Roma. Anzi, viveva stabilmente fuori Regione.
Loro come e altri si sono visti elevare una sanzione di quasi 350 euro, ritirare il permesso e, soprattutto, rischiano di fare i conti anche con la magistratura, che potrebbe perseguirli penalmente per truffa. Non sono mancati, poi, alcuni casi di badge totalmente falsi, fatti in casa grazie a computer, photoshop e stampante laser. Grazie alla tecnologia molto simili a quelli ufficiali, ma non abbastanza per le nuove pistole-scanner.