Il servizio trasporto disabili del Comune è a rischio stop

A oggi sono due le cooperative di taxi che lo garantiscono, ma le tariffe fisse restano ancora quelle di 12 anni fa e i costi per la categoria sono diventati non sostenibili

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di Andrea Barsanti

Il servizio di trasporto delle persone con disabilità garantito dai taxi attraverso Stid, il sistema gestito da Roma Servizi per la Mobilità, potrebbe essere sospeso.

A suscitare le proteste degli operatori sono infatti le tariffe, predeterminate e basate sul chilometraggio, che da anni sono ormai invariate, rendendo agli operatori insostenibili i costi.

Come funziona il servizio trasporto disabili con Stid

A oggi sono due le cooperative che si occupano del servizio di trasporto individuale per persone con disabilità sovvenzionato dal Comune: la cooperativa Pronto Taxi 6645, composta da 1.250 soci, di cui 3 dotati di vettura con pedana per carrozzina; e la cooperativa Samarcanda, la cui flotta è composta da 330 vetture, una con pedana. A questi si aggiungono la Cooperativa Radio Taxi Ostia Lido e, dal luglio 2022, la società Turismo Fratarcangeli Cocco. Le corse gratuite possono essere prenotate telefonicamente, via WhatsApp o anche via app, e chi ne fa richiesta deve fornire il proprio codice Stid, fornito quando si viene inseriti nella graduatoria.

“Il servizio esiste da molto tempo – spiega Alessandro Atzeni di Uil Trasporti Lazio – Il processo Stid e le tariffe correlate sono state istituite dall’amministrazione Raggi prima dell’ultimo aggiornamento tariffario, che ha portato un aumento del 4%. Quindi sono importi ragionati su una tariffa vecchia di 12 anni”.

Nel gennaio del 2020, dopo una querelle nata per la decisione di affidare il servizio alla Tundo, la ditta allora assegnataria e risultata insufficiente da sola a coprire le esigenze dei cittadini, la giunta Raggi (che aveva deciso di rivolgersi nuovamente alle cooperative taxi) aveva deliberato un incremento delle tariffe del 15%, aumento stimato sulla base di circa 12.000 corse effettuate che non è però mai stato concretizzato.

Perchè il servizio Stid è a rischio

A oggi dunque i tassisti che erogano il servizio possono chiedere tariffe che vanno da un minimo di 11,50 euro a un massimo di 72,50 euro per corse eseguite nelle fasce orarie 6.45-9.30 e 16.45-19.20 nei giorni feriali, e da un minimo di 10 a un massimo di 63 euro per le corse nelle restanti fasce orarie e giornate. Il che significa che, essendo tariffe fisse, un percorso compreso tra 0,1 e 1,9 km viene pagato 10 euro sia se si impiegano 10 minuti sia se si impiega un’ora a percorrerlo.

“Il problema è che molte volte questo tipo di servizio diventa controproducente rispetto al salario dell’operatore – prosegue Atzeni – le due centrali che gestiscono questo servizio rischiano di sospenderlo a meno che non venga rivisto”.

Del tema si parlerà il 9 gennaio, nel corso di un incontro tra i rappresentanti delle cooperative e di categoria e l’assessorato alla Mobilità. Nel frattempo, lo scorso 29 dicembre, è stata approvata l’ultima graduatoria, valida dal 2023 al 2025.

 

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