di Simone Fabi
Tutto nasce da una tariffa extra, stabilita per coloro i quali impieghino un lasso di tempo superiore ai due minuti per la salita sul mezzo di trasporto, facendo così attendere l’autista.
E’ la tariffa adottata da Uber, storica azienda statunitense ideata nel 2009 che fornisce servizi di trasporto automobilistico privato.
La società opera in quasi ottanta nazioni, tra cui naturalmente figura anche il nostro paese. Un servizio taxi fruibile mediante il sito internet o l’applicazione mobile della società. Servizi telematici attraverso i quali i clienti possono prenotare e, al contempo, tracciare in tempo reale la posizione dell’auto prenotata.
L’accusa
Una modalità che ha costretto Uber a difendersi da numerose denunce di discriminazione nei confronti di passeggeri disabili. L’accusa rivolta alla società è quella di violare il Titolo III della legge a tutela dei diritti dei cittadini con disabilità. L’ADA (Americans with Disabilities Act) stabilisce infatti che “le persone con disabilità hanno diritto a pari accesso a tutti gli ambiti della vita comunitaria, compresi i servizi di trasporto privato forniti da aziende come Uber”. Il sistema è stato dunque ritenuto incongruente e disadatto per essere fruito da persone che, in virtù di una personale difficoltà, possono impiegare più tempo per raggiungere e salire a bordo del veicolo.
Il risarcimento a 65 mila passeggeri
Come stabilito in un accordo con il dipartimento di Giustizia americano, Uber rimborserà il doppio di tutte le spese per l’attesa, addebitate a 65 mila passeggeri disabili. La cifra è in media circa un dollaro per passeggero. Oltre a questo, l’azienda elargirà un fondo da due milioni per altri clienti danneggiati dalla policy. Un risarcimento applicato nonostante la società di trasporti di San Francisco abbia specificato che la tariffa extra per i tempi di attesa è prevista solo per quei passeggeri che fanno aspettare il conducente, non per coloro che richiedono più tempo per salire a bordo.
“Continueremo a migliorare i nostri prodotti per sostenere la capacità di tutti di muoversi facilmente nelle loro comunità”, ha detto Matt Kallman, portavoce di Uber.
Intanto, si spera in un futuro orientato ad una maggiore inclusività