Marta Grelli nominata Cavaliere da Mattarella: “Lo spirito solidale di Torino ispira la mia attività turistica per disabili”

Torinese, 26 anni: «Unisco lo scopo di profitto della mia piattaforma online, un’azienda privata, con le finalità sociali» di Franco Giubilei

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«Sono molto emozionata e non sto nella pelle al pensiero che sarò ricevuta dal presidente della Repubblica». Marta Grelli è una giovane donna torinese di 26 anni – binomio spesso sinonimo di difficoltà doppia nel farsi largo nel mercato – appena nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana per la sua piattaforma informatica, «Travelin» rivolta al turismo per persone disabili. Il 20 marzo sarà al Quirinale con gli altri premiati per la cerimonia ufficiale, intanto si gode il riconoscimento prestigioso alla sua idea e alla sua attività.

L’essere nata e cresciuta a Torino ha contribuito alle sue scelte imprenditoriali che le sono valse questo premio?
«Sì, ed è un orgoglio tutto torinese per me, perché questa è una città a forte vocazione sociale, e la mia è un’azienda privata, lo sottolineo, che ha come scopo il profitto, ma con un’attività con finalità di inclusione sociale, perché indirizzata alle persone con disabilità».

È un mercato appetibile quello del turismo rivolto a queste persone?
«Si tratta di gente che ha soldi da spendere, perché non considerarli in quanto potenziali clienti e rinunciare a questa parte di mercato?».

Quello del presidente della Repubblica è un riconoscimento importante, ma cosa significa realmente creare una startup come la sua? Quale impegno richiede e quali chance di riuscita ha?
«È difficilissimo quando si fa una cosa del genere senza una base economica dietro. Trovare finanziamenti è molto problematico e lo è ancora di più in questo settore».

Per quale motivo è più complicato?
«Perché non ci sono dati sufficienti e organizzati sul turismo accessibile in Italia, in altre parole le persone con disabilità non sono tenute in considerazione come segmento di mercato».

Il fatto che la sua sia un’impresa privata comporta difficoltà supplementari?
«Di certo la circostanza che si tratti di un’attività imprenditoriale, quindi con scopi di lucro sia pure con finalità sociali, e non di un’associazione di solidarietà, non aiuta».

Quanto conta il contesto locale in cui ha sviluppato il suo progetto?
«Torino è sempre stata avanti nelle iniziative di solidarietà e io sono cresciuta avendo ben presenti questi riferimenti».

C’è un’esperienza che abbia costituito un modello per lei, o che l’abbia in qualche modo ispirata?
«In realtà no, non una precisa, ma il carattere solidale di Torino ha avuto un ruolo importante per me».

Che cosa servirebbe per far crescere questo mercato?
«Servirebbero intanto degli itinerari di turismo accessibile, motivo per cui voglio fare un appello alle associazioni, del territorio e nazionali, che lavorano in questi ambiti, perché creino questi percorsi. La nostra piattaforma funziona da aggregatore, nel senso che per le nostre competenze siamo in grado di valorizzare i progetti volti a un turismo accessibile alle persone disabili».

Redazione La Stampa Torino

 

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