Lui, Matteo Caronni, è uno dei volti più amati di Telelombardia, emittente in cui ha cominciato a lavorare nel 2009, prima da stagista e poi affermandosi come giornalista sportivo professionista. Oltre alle evidenti qualità da presentatore, il 37enne originario di Tradate (Varese) è anche apprezzato dal pubblico per l’ironia e la piccola rivoluzione che a suo tempo fece, diventando l’unico conduttore disabile della Tv italiana.
Affetto dall’atrofia spinale (Sma), una patologia genetica ereditaria che comporta un gravissimo deficit della forza muscolare, da quando era ancora un neonato, non si è mai sentito limitato negli obiettivi da raggiungere. Al contrario, le limitazioni fisiche, come i movimenti ridotti delle braccia e delle mani, lo hanno spronato a mettersi in gioco in ogni campo, sportivo e non.
L’ultima sua “impresa“ nasce da un’altra passione, quella per i ristoranti multietnici, che negli anni gli ha fatto covare un piccolo ma grande sogno. Per diventare apripista anche fuori dagli studi televisivi.
«Molto semplicemente, con i miei amici, ho il vizio e l’abitudine di uscire a mangiare fuori, soprattutto in ristoranti di cucina giapponese. Di solito, prima di prenotare, chiedo sempre l’eventuale presenza di barriere architettoniche all’ingresso, che mi impedirebbero di vivere una serata senza intralci. Puntualmente, quando arrivo sul posto, la situazione non è mai come quella descritta per telefono e molte volte sono costretto anche ad andarmene” racconta Matteo. Una situazione, che a dispetto di quanto si potrebbe pensare, si verifica anche a Milano, che malgrado la nomea di città cosmopolita e inclusiva, nei dettagli importanti ed essenziali, si dimentica di esserlo per davvero.
“Una notte non riuscivo a dormire e curiosando su google maps per vedere quali locali avessero il gradino all’ingresso, ho notato che c’erano pochissime notizie a riguardo sul web. Da quel momento ho cominciato a progettare un app per disabili, in grado di recensire il maggior numero di ristoranti e bar per aiutare altri ragazzi in carrozzina a vivere esperienze positive e quantomeno accessibili”. Come tutti i grandi progetti, l’iter di sviluppo ha incontrato ostacoli di logistica e intoppi economici, ma dopo cinque anni, l’applicazione HandicApp Official è stata messa in circolo. “Il Covid ha complicato il processo di collaudo ma se ci sono riuscito, è anche per merito dei miei amici che mi hanno sempre supportato”.
La mappatura, volendo, è su scala globale e ha come obiettivo la creazione di una grande community, oltre allo sviluppo di una sensibilità maggiore da parte degli esercenti verso tematiche che non possono essere considerate ancora secondarie. “La valutazione del cliente si basa su tre criteri: la presenza di barriere architettoniche, l’altezza del tavolo e la facilità di utilizzo delle posate, e per ultimo, la presenza di un bagno spazioso per disabili”.
Un locale, se rispetta tutti requisiti, allora riceverà cinque stelle; nel caso peggiore solo una. La somma del voto e della recensione fornisce una valutazione sincera del locale. “Mi è capitato solo in un occasione, nell’hinterland, di vivere un’esperienza completamente confortevole. Purtroppo, invece, Milano ha ancora molto da imparare dai comuni più piccoli. Tanti fabbricati sono vecchi e hanno l’ingresso piccolo ma alla fine basterebbe una pedana e giusto un pizzico di buona volontà”.
di Mariachiara Rossi