di Veronica Rossi – Vita.it
«Escludere le persone con disabilità intellettiva dai protocolli di sicurezza in caso di emergenza significa escluderle dalla possibilità di salvezza: così gli togli la dignità, perché è come dire che non meritano di essere salvate».
È questo il ragionamento che ha portato Elena Bulfone, presidente della fondazione Progetto autismo Fvg, realtà udinese, a concepire il «Kit di primo intervento. Palestra di sicurezza», una guida illustrata scritta con linguaggio facilitato rivolto alle persone con disabilità intellettiva, un’iniziativa innovativa che verrà presentata per la prima volta sabato 8 luglio.
«Esistono libretti e brochure, soprattutto dei Vigili del fuoco, rivolti a persone fragili», afferma Bulfone, «ma ci sembrava che fossero molto generiche per quanto riguarda le disabilità intellettive». Il sistema creato punta a rendere le persone con più difficoltà capaci di affrontare le emergenze attraverso un’attività di abituazione; «In questo modo, quando ci sarà un vero pericolo, vivranno la situazione in maniera tranquilla, non allarmante, ripercorrendo i passi applicati durante le esercitazioni», commenta la presidente. Il kit, che verrà distribuito nelle scuole, alle forze dell’ordine e alle famiglie, è stato sviluppato assieme alla Protezione civile, che verrà anche formata sul suo utilizzo da parte degli esperti della fondazione. La guida spiega cosa sia un’emergenza – il testo annovera 11 possibili situazioni di pericolo –, indicando quattro o cinque mosse da fare per mettersi in sicurezza. Il meccanismo, attivato da una parola latina in disuso – quindi non abusata –, «ergo», permette di creare un automatismo, se ripetuto più volte. Almeno a cadenza quindicinale, consiglia Bulfone.
Non bisogna però pensare che la guida debba essere utilizzata solo da coloro che vivono una disabilità intellettiva, anzi: anche nelle scuole, tutti gli alunni dovrebbero conoscere le modalità di gestione dell’emergenza più adatte ai loro compagni. Il supporto peer to peer, infatti, è fondamentale. Nella realizzazione del Kit sono state coinvolte anche le persone autistiche che frequentano le attività della fondazione. «I disegni in copertina e all’interno sono stati realizzati dai nostri Gabriele, Sara e Chiara (anche le immagini nell’articolo, ndr)», afferma la presidente, «e ci ha dato una mano anche un’illustratrice».
Il messaggio che il kit vuole lanciare è che tutte le vite hanno lo stesso valore. «Io sono molto orgogliosa», conclude Bulfone, «perché è un modo per dare dignità a chi ha una disabilità intellettiva, che spesso viene trascurato; come quando in ospedale gli si dà del tu di default, come se, trovandosi in questa situazione, fossero degni di minor rispetto degli altri. Con questo libro puntiamo a rendere le persone sempre più indipendenti, ma anche a informare, a sensibilizzare e ad addestrare tutti i soggetti coinvolti».