Mare senza barriere, Fabrizio Ghiro e l’Associazione Coscioni vincono in Appello

Sabaudia - Già in primo grado il Tribunale di Latina aveva ordinato al Comune di adeguare gli accessi sul lungomare per le persone con disabilità

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E’ una battaglia iniziata circa dieci anni fa quella di Fabrizio Ghiro che ha chiesto una cosa teoricamente scontata e dovuta e cioè che il lungomare di Sabaudia fosse accessibile alle persone con disabilità.

I primi interventi a sostegno furono quelli dell’ex consigliere Antonio Ciriello e del tecnico ambientale, Giorgio Libralato ma i tavoli di confronto in Comune non andarono a buon fine. L’impegno di Fabrizio è andato avanti sempre supportato dalla moglie Silvia, ed è nata l’associazione “Beatrice” che poi insieme all’associazione “Luca Coscioni” ha presentato ricorso contro il Comune di Sabaudia affinchè il diritto di una spiaggia per tutti fosse garantito. Ed è iniziata una fase importantissima ma davvero in salita, non soltanto per le persone con disabilità, ma per tutti. Fu nominato un tecnico dal Tribunale di Latina che presentò una relazione tanto dettagliata quanto “tragica” rispetto la situazione degli accessi al mare sul litorale di Sabaudia. Poi nel 2018, la svolta.

Il Tribunale di Latina pronunciandosi sul ricorso dichiarò “la natura discriminatoria del comportamento tenuto dal Comune di Sabaudia per il mancato abbattimento delle barriere architettoniche in favore dei disabili ai fini dell’accesso alla spiaggia e della fruibilità della balneazione – e ordinò quindi – al Comune di Sabaudia la cessazione della condotta discriminatoria – condannando l’Ente – alla realizzazione entro quattro mesi dalla comunicazione dell’ ordinanza , di tutte le opere e/o all’esecuzione di tutte le attività necessarie all’eliminazione di dette barriere». Il Comune di Sabaudia impugnò il pronunciamento indicando nel ricorso problematiche legate ad un ambiente particolare come quello della duna e sostenendo da un lato che nell’adeguamento delle passerelle ci fosse una responsabilità di concessionari e gestori di chioschi, e dall’altro che esistessero comunque cinque stabilimenti con accessi idonei. In sede di Appello è stato invece rilevato altro.

“Il Comune – si legge nella sentenza – ha eccepito il proprio difetto di legittimazione passiva, adducendo che l’obbligo di adeguare le strutture balneari graverebbe esclusivamente sui titolari delle concessioni marittime ma l’art. 23, comma 3, della legge 104/1992 impone a carico del Comune, in quanto deputato al rilascio dei titoli concessori, in primo luogo, un obbligo di verifica, preliminare al rilascio o al rinnovo della concessione, circa l’effettivo e sostanziale rispetto della normativa in materia di barriere architettoniche”. Come in primo grado a Fabrizio Ghiro è stata riconosciuta la discriminazione indiretta e quindi anche il risarcimento.

“Nel caso di specie – si legge ancora nella sentenza – siamo evidentemente in presenza di una lesione rilevante, che incide su diritti fondamentali del ricorrente alla parità di trattamento, alla accessibilità e all’inclusione sociale per cui la determinazione dell’ammontare del danno operata dal Tribunale di Latina in favore del Sig. Fabrizio Ghiro risulta corretta”. Vittoria quindi per Fabrizio Ghiro e l’associazione Luca Coscioni rappresentata dall’avvocato Alessandro Gerardi, un risultato che sarà tale quando sul lungomare di Sabaudia si passerà ai fatti rendendolo finalmente accessibile a tutti.

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