Vigili del fuoco: così si soccorre una persona con autismo

Il Comando di Roma del corpo ha adottato delle nuove linee guida per gli interventi emergenziali in presenza di persone non collaboranti e/o con disabilità intellettiva, realizzate assieme al Forum italiano diritti autismo e Neuropeculiar Aps, con la collaborazione di diverse altre realtà legate al mondo della disabilità. Un modello per tutti

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di Veronica Rossi Vita.it

«Raggiungo il luogo del soccorso, un centro commerciale, i colleghi fanno evacuare l’edificio frequentato da molte persone. Faccio una ricognizione dei bagni e trovo una porta chiusa, avverto dei rumori da dentro e chiedo se qualcuno si stia sentendo male, non ottenendo risposta chiedo che si apra la porta, ma non ottengo accesso al bagno né alcuna indicazione utile. Spiego che siamo in una situazione di evacuazione e dobbiamo liberare prima possibile l’edificio, quindi avverto che sto per forzare l’apertura del bagno e appena apro la porta vengo aggredito dalla persona che si trovava all’interno che mi si scaglia contro con il peso del corpo e mi colpisce con pugni e calci senza però mirare in maniera precisa».

Così inizia una delle storie contenute nelle Nuove linee guida per gli interventi emergenziali in presenza di persone non collaboranti e/o con disabilità psichiche adottato dal Comando dei vigili del fuoco di Roma, che si è avvalso della consulenza del Forum italiano diritti autismo – Fida e di Neuropeculiar Aps, entrambe associazioni impegnate nel riconoscimento dei diritti delle persone neurodivergenti. Il documento ha una forma particolare: non ci sono fredde indicazioni tecniche, ma una serie di racconti, narrati in prima persona da un vigile del fuoco che deve affrontare diverse situazioni di emergenza in cui incontra persone molto differenti tra loro, la cui disabilità o complessità potrebbe rendere il soccorso più difficoltoso. «Abbiamo cercato di declinare le linee guida in modo che fossero più accessibili e fruibili e che facilitassero l’identificazione», spiega Alice Sodi, vicepresidente di Neuropeculiar. «Volevamo mettere il soccorritore in una condizione di maggiore empatia e di capacità di lettura dell’altro».

Il Comando dei vigili del fuoco di Roma ha iniziato la collaborazione con le associazioni da più di un anno, ma non è la prima volta che si spende per permettere un soccorso efficace per le persone disabili. «Abbiamo un rapporto anche con l’Unione italiana ciechi», dice Stafano Bucciarelli, funzionario del Comando di Roma. «Il corpo nazionale ha istituito un osservatorio nazionale che supervisiona, controlla e verifica le attività sul territorio inerenti agli interventi inclusivi».

A essere contattata per prima è stata Fida. «Un vigile del fuoco del Comando provinciale di Roma mi ha chiamata perché segue la nostra associazione su Facebook», dice Cristina Mazzoni, presidente del Forum italiano diritti autismo. «dopo una prima conversazione telefonica, mi sono fatta mandare le precedenti linee guida, che ho condiviso con i soci. Abbiamo ritenuto importante accogliere l’invito a partecipare all’aggiornamento, perché il documento proponeva una visione abbastanza stereotipata dell’autismo; era necessario dare una risposta più concreta alle persone che appartengono allo spettro, anche in intersezione con altre disabilità e condizioni del neurosviluppo». Fida ha poi coinvolto Neuropeculiar. «Già da un po’ collaboriamo per un cambio di paradigma culturale», continua Mazzoni, «che si traduce in azioni concrete nella vita quotidiana. E il soccorso fa parte della vita quotidiana». Chi ha un funzionamento che diverge dalla norma, in una situazione di pericolo, potrebbe comportarsi, in una situazione di pericolo, in un modo che rischia di stupire, di imbarazzare o di spaventare. Per questo motivo è necessario sensibilizzare e preparare i soccorritori alle difficoltà che alcune persone possono avere in contesti emergenziali. Che sono le più disparate. Nelle nuove linee guida, infatti, ci sono una quindicina di storie, che mostrano il vasto ventaglio di manifestazioni davanti a cui ci si può trovare quando le persone, per i motivi più disparati, non riescono a essere collaboranti. Certo, non sempre il vigile del fuoco può applicare tutti i passaggi che gli vengono consigliati. «Il documento si riferisce a situazioni in cui non è necessario un intervento tempestivo», afferma Bucciarelli.«Se una situazione richiede un’immediatezza estrema, pensiamo per esempio a un incendio, siamo costretti a prendere la persona di peso e a portarla fuori; se ne abbiamo il tempo, però, dobbiamo tenere conto di vari aspetti, per evitare di avere un approccio sbagliato, creando così dei disagi o dei traumi a chi soccorriamo».

Fida e Neuropeculiar, nella stesura delle linee guida, non si sono limitate a offrire una consulenza tecnica sull’autismo; associazioni e vigili del fuoco hanno istituito un tavolo di lavoro, a cui sono state chiamate a partecipare anche altre realtà impegnate nell’ambito della disabilità, come Tourette Roma onlus e 180amici Puglia, che si occupa della tutela della salute mentale. A dare il proprio parere tecnico, oltre al comitato scientifico di Neuropeculiar, anche alcuni enti esterni, come l’Associazione italiana persone down – Aipd di Grosseto.«Il documento è passato da essere rivolto nello specifico all’autismo a riguardare chi non è collaborante», conclude Sodi, «e/o è in condizione di disabilità intellettiva. Quindi sono comprese le persone nello spettro, ma anche coloro che hanno semplicemente delle difficoltà a gestire la situazione di emergenza».

Foto in apertura da Unspash

 

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