«Sono una persona con una forma di nanismo e delle disabilità motorie a cui piace molto viaggiare però spesso risulta difficile farlo.
Le difficoltà nascono dall’impossibilità di trovare informazioni per prenotare un hotel adatto a me, la difficoltà a viaggiare su treni o mezzi pubblici, la scarsa accessibilità alle persone di bassa statura delle strutture ricettive», dice William Del Negro, fondatore Willeasy che martedì pomeriggio, nell’intenso programma della due giorni di Travel Hashtag, parteciperà alla tavola rotonda dal tema: «Turismo accessibile: il progresso è inclusivo». Del Negro dialogherà con Marta Grelli, fondatrice Travelin, Luigi Passetto, responsabile di Turismo Accessibile Anglat, Lisa Noja, consigliera Regionale della Lombardia, già senatrice, Valentina Tomirotti, giornalista & diversity teller, Rosita Viola, assessore alle Politiche Sociali del Comune; a moderare il talk sarà Nicola Romanelli. È questo uno degli appuntamenti della due giorni che prenderà il via la mattina domani alle 11 con il talk, «Il turismo culturale tra tradizione, innovazione e sostenibilità».
Ad aprire la due giorni saranno Zaira Magliozzi di Art & Travel Storytelling e Virginia Villa, direttrice del Museo del Violino. L’attenzione all’inclusività turistica avrà un suo momento dedicato, nel pomeriggio di martedì. «Nel 2017 — spiega Del Negro — assieme ad Ellen Nigris e Annalisa Noacco ho fondato l’Associazione Iocivado di cui sono presidente, nata per diffondere la cultura dell’accessibilità, poi nel 2018 assieme ad Ellen Nigris ho dato vita a Willeasy, la startup innovativa a vocazione sociale con l’obiettivo di realizzare il primo motore di ricerca dell’accessibilità basato su un algoritmo proprietario che calcola un punteggio di compatibilità tra una persona ed un luogo o evento». Del Negro ha fatto della propria passione per i viaggi una sorta di bandiera etica perché le persone con difficoltà non debbano essere limitate nei loro desideri e spostamenti.
Ciò che ha mosso Del Negro è una consapevolezza: «La necessità di un turismo inclusivo interessa circa 20 milioni di persone che hanno necessità di particolari attenzioni. Di questi, circa tre milioni e mezzo hanno qualche forma di disabilità, sette milioni hanno problemi di carattere alimentare legato a fattori allergici o a scelte alimentari. Anche questo è un aspetto che può limitare molti nel decidere dove passare le vacanze. Infine si calcolano in dieci milioni le persone che devono muoversi con bambini, piuttosto che con persone anziane. Questo credo possa rendere l’idea di come l’attenzione alle persone in quanto uniche e diverse tra di loro, ognuna con le sue specifiche necessità che nell’arco della vita possono mutare ed evolvere. Queste necessità fanno si che le persone cerchino i luoghi più adatti a loro e per fare questo hanno bisogno di informazioni precise e verificate». Nel raccontare questo, Del Negro afferma: «Per me è importante sapere a che altezza sono gli interruttori, oppure i lavabi dei bagni. Tutti aspetti che rendono spesso poco frequentabili alberghi, case per vacanze, e questo al di là delle barriere architettoniche».
Nella società dell’informazione ciò che conta è non solo fare le cose, ma anche farle conoscere, raccogliere dati, il più precisi possibili perché chi necessita di situazioni agevolate possa sapere cosa fare, possa trovare le strutture che rispondano con precisione alle sue esigenze: «A questa finalità è volta la piattaforma che stiamo costruendo, un modo per documentare e condividere un’esigenza di inclusività che accomuna tutti e che si può realizzare solo se aziende private, enti pubblici, istituzioni collaborano e condividono questa prospettiva d’azione».
In questa direzione vanno le azioni promosse attraverso la startup fondata da Del Negro: «Volte a mappare e censire strutture ricettive, ristoranti e punti di interesse turistico inclusivi, informazioni destinate ad entrare a far parte database di informazioni sull’accessibilità urbana e turistica, un motore di ricerca per trovare il posto più adatto in base alle necessità particolari di ogni tipo di utente, anche delle persone con disabilità», conclude l’imprenditore.