Serena Tummino, affetta da una disabilità motoria dovuta a una malattia genetica rara, ha appena concluso un tirocinio nell’ufficio di una deputata al Parlamento europeo a Bruxelles, per cui ha scritto anche discorsi su inclusione e accessibilità.
Laureata in Lettere moderne all’Università di Catania e studentessa di giornalismo e comunicazione multimediale a Parma, per cinque settimane ha vissuto in Belgio con la madre, la sua badante familiare. È stata scelta nell’ambito del programma di tirocini, Schuman traineeship, offerto due volte all’anno dal Parlamento europeo a giovani laureati. Per lei questa non è stata la prima esperienza a Bruxelles: ha già fatto un tirocinio a distanza nell’unità di comunicazione web da ottobre 2021 a maggio 2022.
Durante questo periodo, Tilly Metz, eurodeputata lussemburghese del partito dei verdi le ha offerto la possibilità di rifare l’esperienza in presenza nel suo ufficio. Una grande occasione che Serena non si è lasciata sfuggire, nonostante le difficoltà perché, pure se è difficile da credere, “Bruxelles non è una città inclusiva, ma è piena di barriere architettoniche. Sotto questo punto di vista mi ha deluso perché non mi aspettavo fosse inaccessibile”, racconta. Se lei ha potuto trasferirsi è stato grazie al supporto della madre, ma non tutte le persone con disabilità hanno questa possibilità. Infatti, l’opportunità del tirocinio a distanza concessa a Serena è stata un’eccezione, poiché non è prevista. Proprio in favore di chi è affetto da una disabilità è necessario lottare affinché la best practice messa in atto per lei per otto mesi, lavorare a distanza, sia applicata a tutti.
Quando è stata a Bruxelles Serena si è attivata con la presidente del Parlamento europeo perché questo possa accadere. Ha raccontato la sua esperienza e la difficoltà di chi non può trasferirsi in un’altra città perché non è autonomo a causa di una disabilità, ma ha tutte le capacità e le competenze per lavorare al Parlamento. Un luogo, a differenza di Bruxelles, inclusivo, aperto a tutti e dove non ci sono differenze. La disabilità di Serena non ha rappresentato un problema, “ho trovato colleghi disponibili e attenti alle mie esigenze, sia quando lavoravo a distanza che quando l’ho fatto in presenza”, dice. La disabilità non è mai stata un limite neanche per lei che, alla luce dell’esperienza europea, che spera di proseguire, lancia un messaggio rivolto a tutti: “Impegnarsi, studiare, avere un obiettivo e portarlo avanti, nonostante gli ostacoli. E anche se non si ha ancora chiaro il proprio obiettivo, chiedersi quale contributo e quale cambiamento possiamo portare nella società perché tutti possiamo fare qualcosa per migliorare il mondo”.