Riceviamo e pubblichiamo da Nuova stampa italiana
(28 nov 2022) – “In alcune zone d’Italia occorrono più di otto mesi per accertare l’invalidità civile o la condizione di disabilità dei cittadini più fragili, con picchi di attesa che arrivano anche a due anni”.
A denunciare lo stato delle cose sono le Federazioni Confsal, Snalv e Fna insieme all’Unione invalidi civili.
Una situazione indegna che aggrava notevolmente le difficoltà quotidiane di chi avrebbe diritto all’assistenza sociale garantita dalla Costituzione. “La situazione è iniqua sul territorio nazionale: si passa dai 248 giorni, in media, della Sardegna ai 49 della Basilicata, con una differenza notevole tra le realtà regionali o provinciali che hanno demandato la gestione del procedimento all’INPS. In questi casi, infatti, i tempi di attesa complessivi – visita, redazione del verbale e concessione del beneficio – si sono sensibilmente ridotti: ne è un esempio la Calabria, passata dai 211 giorni del 2021 ai 95 odierni”.
“Altri Enti territoriali invece, – spiegano Snalv, Fna ed Uniciv – continuano ad affidare l’accertamento sanitario alle commissioni mediche delle Aziende Sanitarie Locali.
La testimonianza più eclatante arriva dalla Campania, dove nella sola provincia di Napoli occorre quasi il quadruplo del tempo rispetto a tutte le altre province che hanno demandato la gestione all’INPS. 282 giorni nel capoluogo partenopeo, una media di 55 giorni nelle province di Salerno, Caserta, Avellino e Benevento. Seguono la triste scia anche la Sicilia con 272 giorni contro i 128 delle province di Caltanissetta, Messina e Trapani ed il Friuli con 116 giorni contro i 59 di Pordenone. Fanno eccezione alla tendenza descritta le regioni Lombardia, Puglia ed Umbria che, pur non avendo demandato la gestione all’INPS, sfiorano i 100 giorni medi complessivi: anche questi non pochi”.
“Questi dati, emersi dall’ultimo monitoraggio sull’invalidità civile INPS, non fanno altre che rispecchiare gli enormi disagi che registriamo negli uffici di patronato di alcuni territori: tanti lavoratori rischiano il licenziamento o decurtazioni salariali per non poter beneficiare dei permessi, bambini e soggetti fragili non possono accedere a prestazioni sanitarie o assistenziali di assoluta necessità. Una grave lesione di diritti costituzionalmente garantiti – continuano le associazioni – che lo Snalv assieme alla Fna ed Uniciv., ha deciso di denunciare a tutte le Istituzioni a vario titolo coinvolte: Ministero della Salute, Lavoro, Autonomie Regionali e, ovviamente, i vari Presidenti di Regione”.
“Occorre garantire un procedimento celere, efficiente ed omogeneo sull’intero territorio nazionale: i cittadini non possono patire le lungaggini burocratiche di alcune amministrazioni che, per scelta o incapacità, non si adeguano alle semplificazioni in corso, come la possibilità di riconoscere la disabilità grave solo sulla base degli atti documentali.
Aspettiamo fiduciosi una presa di coscienza e, nel frattempo, continuiamo – concludono i vertici di Snalv, Fna e Uniciv – a sostenere le giuste cause di lavoratori ed assistiti”.