Dalle pietre che suonano e che ballano le storie delle comunità

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Lo spettacolo “Da lontano un’isola” è un progetto della compagnia Humus Teatro per il mantenimento della creatività infantile e per l’allargamento della conoscenza utile alla formazione delle diverse personalità, soprattutto con l’intento di rivolgersi ai bambini con attenzione.

Come nel solco culturale di Gianni Rodani che esortava l’adulto ad essere nei riguardi del bambino “compagno di crescita, di gioco e di scoperta, l’animatore, l’esperto, il potere che gli procura gli strumenti che gli servono, l’adulto che lo provoca, gli rivela nuovi orizzonti, nuove direzioni di movimento”.

Un evento-animazione destinato a tutti e accessibile alle persone con difficoltà visive, uditive o del linguaggio, ha un taglio minimalista, sorretto dall’improvvisazione.

Attraverso le pietre e i sassi, si costruiscono alcune storie e se ne manipolano altre già conosciute. Una messinscena di Giuseppe Podda che prende forma dalle pietre e da queste fa emergere personaggi o strane figure fantastiche, piccole storie e leggende della comunità, del mare e delle montagne dei paesi sardi.

“Da lontano un’isola”  va in scena in Sardegna in circoscritti spazi all’aperto nei piccoli comuni delle province ed è inserito nel cartellone della Stagione 2022/2023 del Circuito Regionale Teatro Etnico promosso dall’associazione ARTE con il sostegno dell’assessorato Spettacolo della Regione Sardegna e delle associazioni locali. Ma com’è strutturato lo spettacolo? Si basa su un canovaccio teatrale con un “professore” che invita a cercare pietre e sassi ma anche a elaborare, a scrivere una storia o una fiaba moderna oppure tradizionale tipica della terra d’origine dei partecipanti.

Le pietre che invece poi vengono raccolte sono dipinte con l’intento di descrivere la propria famiglia o per narrare il proprio vissuto. Ciascuna pietra, una volta disegnata, viene collocata vicino alle altre per costruire insieme qualcosa di concreto, reale e allo stesso tempo simbolico. Sono pietre che suonano, che ballano, che raccontano, pietre con un’anima. Ogni storia avrà contribuito alla creazione di un unico soggetto, qualcosa che nasce dalle particolari vicende personali dei bambini, sarà qualcosa di nuovo e ogni pietra è lì a testimoniare il singolo contributo, ogni pietra diversa dall’altra, ma così belle insieme.

Uno spettacolo che concretizza il pensiero di Rodani quando affida agli adulti un preciso scopo: “essere i gradini della scala che il bambino sale”.

da Carmen Giordano

 

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