Tre dei bulli che picchiarono in gruppo una bimba di disabile di 12 anni rischiano ora il processo, accusati di lesioni aggravate.
Il pestaggio è successo ad inizio aprile del 2021 in un parco a Roma Nord. La vergogna è stata ripresa in diretta su Instagram dove una ragazzina ha commentato così quanto aveva fatto: “Guarda le bombe che le ho dato”. I colpevoli sono dei ragazzi della stessa scuola della bambina.
La vergogna in un parco a Roma Nord
La bimba di 12 anni, affetta da disabilità che la rendono vulnerabile e fragile, fu aggredita da due coetanee e un ragazzino. Prima le spinte, un pugno e poi la 12enne presa per i capelli cade in terra. Intorno al pestaggio si crea un cerchio e le violenze continuano sul corpo indifeso della vittima. Il tutto, viene ripreso in diretta su Instagram dove va virale e arriva il commento di una delle ragazzine che si avventò sulla 12enne: “Guarda che bombe che le ho dato”. La bambina, sotto choc, rimane seduta sul prato con graffi e lesioni sul viso e sul resto del corpo.
Lesioni con 36 giorni di prognosi
Dopo che un gruppo di persone intervenne per salvarla dal cerchio di vergogna che la circondava, la bimba è stata portata in ospedale dalla mamma dove le sono “state cagionate lesioni guaribili in 36 giorni”, come scritto dalla procura nel capo d’imputazione. Fortunatamente per la 12enne non c’è stato nessun trauma irreversibile, un rischio che poteva correre data la sua fragilità. Sulla questione, è intervenuto Bulli Stop, il Centro nazionale contro il bullismo guidato da Giovanna Pini.
In tre ora rischiano il processo
Dopo le indagini dei carabinieri di Montesacro, per due 15enni e un coetaneo si avvicina ora l’ipotesi del processo, accusati dalla procura dei minori di lesioni aggravate. Il pm Maria Perna ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Così, l’avvocato Eugenio Pini, al quale l’associazione contro i bulli ha affidato il caso: “La decisione dell’Ufficio di Procura è indiscutibilmente coerente rispetto alla gravità delle condotte. Ricordiamo tutti la drammaticità di quelle immagini e del dolore vissuto dalla giovane vittima”.