Una vita tra barriere e bus senza posti per disabili. La storia di Lorenzo, il prof in carrozzina

Lorenzo Puopolo, ex amministratore e insegnante, interviene sulla condizione dei diversamente abili: "Se le strutture sono adeguate nel momento della necessità, il disabile è un cittadino come molti altri”

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Che la vita per chi si trova in sedia a rotelle non sia logisticamente in discesa è evidente.

di Claudia Failli

L’aspetto che invece trova meno letteratura è se sia ancora accettabile che per i diversamente abili l’ordinarietà quotidiana debba continuare ad essere una corsa ad ostacoli. Letteralmente. Sì perché nonostante le campagne del passato utili all’abbattimento delle barriere architettoniche e all’implementazione dei servizi, ancora oggi le battaglie da combattere riguardano città, mezzi di trasporto, edifici pubblici e esercizi non a misura di carrozzine.

La storia raccontata da Lorenzo Puopolo, professore nonché ex amministratore locale, è la riprova che l’impresa eccezionale per chi è disabile può essere raggiungere il proprio posto di lavoro, fare la spesa o, in questo caso specifico, accompagnare una classe di ragazzi in gita a bordo di un bus.

Dal 1987, come lui stesso racconta, si trova in sedia a rotelle. Essendo tetraplegico quotidianamente ha necessità di spostarsi con un mezzo specifico e con un accompagnatore. “In questo non ho problemi – spiega – provvedo da solo con il veicolo di mia proprietà”. Le difficoltà arrivano quando, nell’espletare il suo ruolo di insegnante, si rende disponibile per le gite scolastiche. “Il mio carattere non mi fa tirare mai indietro – specifica – però, adesso che la scuola è terminata, mi preme sottolineare un tema che è molto discriminatorio. È evidente che i pullman turisti di cui posso usufruire devono essere attrezzati per il trasporto disabili. Nel tempo, ho rilevato che non tutte le compagnie hanno nella loro flotta mezzi idonei e, qualora li avessero, il costo per il loro noleggio risulta significativamente più alto. Tale tariffa va a gravare su tutta la comitiva che risulta penalizzata da un punto di vista economico ed è, per quello che mi riguarda, discriminatoria. Inoltre per prenotare questo tipo di mezzo se il viaggio è a fine anno dobbiamo iniziare a cercarlo a ottobre”.

Per ospitare una carrozzina all’interno di un bus c’è bisogno dello spazio di quattro sedili oltre ad un sistema di montacarichi specifico che permetta al disabile di essere accompagnato sul mezzo senza alcun problema. Il costo per il nolo invece prevede un 10 per cento di maggiorazione circa sulla tariffa ordinaria. “È difficile quantificare il costo con esattezza perché molto dipende dalla tipologia di mezzo – continua Lorenzo – si badi bene, penso che le poche compagnie che hanno a disposizione veicoli attrezzati non possano farsi carico di costi di gestione e di acquisto naturalmente più alti, ma nemmeno i fruitori del servizio debbano subire tariffe maggiorate a causa della presenza di passeggeri con mobilità limitata. Il muoversi liberamente è un diritto di ciascun cittadino e lo Stato deve intervenire per garantire eguali condizioni del servizio in quanto il concetto di disabilità non si riferisce tanto alla persona che ne è portatrice, ma dipende dalle strutture che dovrebbero essere messe a sua disposizione nello svolgimento della sua quotidianità. La condizione di disabilità subentra se, ad esempio, devo scendere da un treno e la banchina non è all’altezza del vagone o se un ascensore che dovrebbe permettermi di raggiungere i binari non funziona. Se le strutture sono adeguate nel momento della necessità, il disabile è un cittadino come molti altri”.

E di vuoto architettonico in provincia di Arezzo – e non solo – ce ne è a bizzeffe. Basta pensare che Lorenzo per uscire di casa, senza usufruire del mezzo privato, deve organizzarsi con larghissimo anticipo. “E io non ho desiderio di rimanere chiuso tra le mura domestiche – spiega – amo uscire in comitiva, andare a vedere le partite di calcio, a teatro e svolgere a pieno il mio ruolo di insegnante. Ma per fare questo e usufruire di mezzi pubblici – non solo bus – mi devo organizzare giorni prima della data. Per me è impossibile improvvisare un viaggio in treno oppure in bus. Devo pianificare sempre. Va da sé che l’ordinarietà diventa difficile. Se poi per la mia disabilità ne devono rispondere anche gli altri ecco, credo davvero che non sia opportuno. Chiedo al legislatore, nel prendere in considerazione questa situazione discriminatoria, che agisca per equiparare i costi di utilizzo di un autobus attrezzato a uno che non lo è e, in qualche modo, favorisca quelle compagnie che scelgono di mettere al servizio del cittadino mezzi idonei”.

 

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