🚫 “Quanto ti vergogni dei tuoi figli disabili?”, il questionario-shock del Comune di Nettuno

Per avere i fondi le famiglie costrette a rispondere a domande imbarazzanti e ad assegnare ai diversi problemi percepiti un punteggio che va da zero a quattro. Mamme distrutte: "Ci hanno dato l'ennesimo schiaffo"

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Da zero a quattro, quanto ti vergogni del tuo familiare? Quanto risentimento provi nei suoi confronti?

Ancora: Quanto non ti senti a tuo agio quando hai amici a casa? Sono queste solo alcune delle imbarazzanti domande a cui a Nettuno hanno dovuto rispondere i familiari di disabili gravissimi. Chi non lo fa non può accedere ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio per chi si trova a gestire situazioni così particolari, affrontando spese enormi, come i trasporti in ambulanza da casa a centri specializzati in diverse regioni italiane.

L’attesa infinita

Quel denaro mamme e papà di ragazzi con disabilità gravi lo attendono da tempo, essendo stati erogati dagli uffici regionali, ma non ancora versati dai Comuni, a causa di rallentamenti dovuti a un passaggio di competenze in materia da Nettuno ad Anzio. Ora è arrivato pure il questionario-shock.

“Lo stress percepito”

Il dirigente dell’area servizi sociali del Comune di Nettuno ha inviato una nota alle famiglie, chiedendo loro di aggiornare la documentazione sulle istanze di contributo per la disabilità gravissima. “Ai fini del permanere dei requisiti per la graduatoria della lista d’attesa”, è stato chiesto di inviare al Comune, entro il 28 giugno, l’Isee socio-sanitario in corso di validità, la scheda care-giver prevista dalla Regione e poi il questionario appunto relativo “alla rilevazione dello stress percepito dal care-giver”. Tutto da consegnare a mano all’ufficio protocollo o da spedire tramite Pec.

 

“L’ennesimo schiaffo”

Quelle domande, poste in condizioni idonee e magari in altro modo da uno psicologo, potrebbero aiutare chi ogni giorno è costretto ad affrontare enormi difficoltà. Il questionario, con una crocetta su un punteggio da zero a quattro, è stato invece percepito da mamme e papà solo come l’ennesimo schiaffo dato loro. Imbarazzante, quasi impossibile, scrivere che ci si vergogna di un figlio e protocollare quel materiale come se fosse una richiesta per un passo carrabile.

“Grado di soddisfazione del prodotto”

Gli uffici comunali di Nettuno lo hanno definito freddamente “Inventario del carico assistenziale”. “Risponda segnando con una crocetta la casella che più si avvicina alla sua condizione o alla sua personale impressione”, viene specificato come se fosse un test sul grado di soddisfazione di un cliente davanti a un determinato prodotto. Ma chi deve rispondere lo fa parlando di solito dei propri figli e dunque di quello che ha di più caro, fragilissimi e bisognosi di maggiori protezioni di altri ragazzi. Come si fa a dare un punteggio anche a quanto assistere il proprio bambino o la propria bambina crei problemi con il proprio coniuge?

 

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