〉Giornalisti: Premio Marina Garbesi, sfida ai media su disabilità

I promotori, "raccontare i più fragili senza pietismi si può"

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O vittima o eroe

Nel racconto giornalistico non esiste la vita quotidiana dei disabili.

Eppure non può passare inosservata visto che compongono una delle nazioni più popolose del pianeta: 650 milioni di persone in tutto il mondo. Si tratta, allora, di fare una rivoluzione nella comunicazione. “Sciogliamo lo stigma immedesimandoci.

Cominciamo a creare una nuova narrazione della diversità”, ha sintetizzato Alessandro Bergonzoni nella video-performance che ha aperto – nel Teatro dell’Osservanza di Imola – la presentazione del “Premio Giornalistico Marina Garbesi”, promosso da Ludovico Bellu, un ragazzo autistico, figlio della giornalista di Repubblica scomparsa un anno fa. Attorno al tema “Raccontare i più fragili. Disabilità e diritti fanno notizia?” si sono confrontati l’inviata di Repubblica Maria Novella De Luca, lo scrittore Carlo Lucarelli, il direttore di Linus Igor Tuveri, e Valter Galavotti, dell’Unione regionale associazioni per la salute mentale, il quale ha raccontato la storia, mai apparsa sui media, di B.S, una donna tetraplegica che, nel 2016, indignata per l’esiguità del contributo dello Stato alle persone colpite da invalidità grave, avviò una vertenza giudiziaria che si è conclusa con una sentenza della Corte costituzionale che ha triplicato la cifra.

La storia di B.S. è una storia complicata, una vicenda di atti giudiziari, di burocrazia. Raccontarla in modo avvincente – raccontare l’epica della quotidianità dei più fragili – è il genere di sfida che il Premio Marina Garbesi propone a giornalisti, scrittori, autori di graphic novel. Secondo Carlo Lucarelli e Igort è possibile vincerla. Ci vogliono determinazione, talento, preparazione. Si tratta di procedere senza ipocrisie e infingimenti: illustrare il dolore, spiegarne le ragioni, raccontare la fatica. Il Premio Marina Garbesi è sostenuto dal Comune di Imola e dall’Associazione Impresa e professioni col patrocinio dell’Ordine nazionale dei giornalisti, dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, della Federazione nazionale stampa italiana e dell’Associazione stampa dell’Emilia Romagna, del settimanale Sabato sera e della sezione locale dell’Associazione nazionale partigiani.

In apertura è stato letto un messaggio di saluto dell’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. La tutela dei disabili, spiegano i promotori del Premio, è il campo dove maggiormente si può verificare l’effettiva applicazione dei principi fondamentali della Costituzione. Non è un caso che il premio nasca a Imola, città medaglia d’oro della Resistenza, come ha sottolineato il sindaco della città, Marco Panieri. La prima edizione del Premio si terrà nella primavera del 2023. I riconoscimenti saranno assegnati ad autori di articoli raccontati e illustrati che trattino il tema dei diritti dei disabili, sia segnalando le buone pratiche, sia denunciando le violazioni dei diritti.

 

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