Disabilità, al via da Milano e Friuli la mappatura degli hotel inclusivi

Parte la campagna di raccolta fondi "Io ci vado!" che punta a rilevare l'accessibilità di almeno 1.300 hotel in Italia. Il progetto, inoltre, promette di creare occupazione: saranno infatti assunti "rilevatori qualificati"

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Mappare l’accessibilità di almeno 1.300 hotel in Italia per persone con disabilità: è l’obiettivo della campagna di raccolta fondi ‘Io ci vado!’ che punta a rilevare e divulgare i dati utili a programmare il proprio viaggio.

Il progetto, inoltre, promette di creare occupazione: saranno infatti assunti “rilevatori qualificati” appositamente formati per le operazioni ‘sul campo’.

La raccolta di fondi terminerà il 31 marzo prossimo mentre la mappatura inizierà da Friuli-Venezia-Giulia e Milano. Esprimono soddisfazione l’assessore al Welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolè e la presidente della Commissione Diritti civili di Palazzo Marino Diana De Marchi: “Siamo molto contenti che sia Milano il punto di partenza. Tanto è il lavoro da fare sul tema dell’accessibilità, ma vogliamo essere in prima fila”.

Le persone con disabilità (motoria, cognitiva o sensoriale) in Italia sono oltre 3 milioni e, secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo (OMT) del 2015, il 47% dei viaggiatori con necessità di accessibilità lamenta la mancanza di informazioni sul luogo di destinazione e il 37% la non accuratezza delle stesse. In Italia le strutture alberghiere sono circa 32.000 e le abitazioni per affitti brevi circa 400.000.

Spiega William Del Negro, presidente dell’associazione ‘Io ci vado’ e fondatore della start up che fornirà gli strumenti tecnologica: “Un viaggio inizia nel momento in cui si pensa di farlo e le persone con disabilità non desiderano altro che poter viaggiare come tutte le altre, fin dalla prenotazione. Proprio in questa fase, la mancanza di informazioni fa sì che tante di loro rinuncino a partire per paura dei disagi. Adottare un approccio inclusivo nel turismo è più che mai necessario e urgente”. (DIRE)

Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)

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