Roma – Solidarietà e vicinanza, ma soprattutto impegno e azioni concrete perché non si ripeta più quanto accaduto, pochi giorni fa, a Giovanni Manna, l’uomo con Alzheimer fuggito dal Policlinico Gemelli e trovato morto, a distanza di qualche giorno, nel Parco dell’Insugherata.

Così il cordoglio diventa proposta, anzi proposte: due sono quelle formulate dalle associazioni di careviger Oltre lo Sguardo Onlus ed Hermes Aps Onlus, che si dicono “pronte a costituirsi parte civile nel processo penale” e si uniscono “all’appello della Federazione Alzheimer Italia, rappresentata da Gabriella Salvini Porro e di Luigi Vittorio Berliri Presidente di Spes contra Spem, tra i promotori della Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale, per ribadire quanto già ben riportato da Irene Gironi Carnevale, membro del direttivo della Onlus Oltre lo Sguardo: è indispensabile fare una massiccia campagna di informazione”.

Una campagna d’informazione: appello alla Rai Questa è la prima proposta: una campagna d’informazione, appunto, rivolta “in primo luogo a tutti gli operatori e le strutture sanitarie, contestualmente presso le famiglie e le associazioni che si occupano di disabilità, attraverso le Asl e tutti i canali istituzionali (Municipi, Regioni, ministero della Salute) affinché tutti siano messi al corrente che i familiari possono appellarsi al Dpcm 2 marzo 2021 (comma 5 dell’articolo 11): ‘È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto’ si legge nel testo, che però introduce una importante ‘eccezione per gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che possono altresì prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura”.

Per questo, “chiediamo che Rai per il Sociale, Commissione Rai Pari Opportunita’, mondo dello spettacolo e dello sport, tutti i canali di informazione attivino una campagna di comunicazione e sensibilizzazione che arrivi chiara e forte a tutti i cittadini”.

Ricordano a tal proposito, “Ricordiamo, con orgoglio ma anche con tanta rabbia e dolore per quanto avvenuto al signor Giovanni, che un anno fa esatto le nostre onlus sono state in prima linea su questa campagna per i diritti delle persone con disabilità in ospedale, firmando un documento importante sottoscritto da circa 90 associazioni e inviato al ministro Speranza , cui fecero seguito una nota della Regione Lazio , a cui seguì il Dpcm del 2 Marzo 2021 (comma 5 dell’articolo 11)”.

Un codice blu 118 La seconda proposta ha a che fare con “la responsabilità che, in questi ultimi anni e anche nel caso del signor Manna, troppo spesso ricade anche sugli operatori dell’Ares 118”.

Per questo, le associazioni, “premesso lo stato di emergenza pandemica che sta segnando ormai in modo indifferibile la cittadinanza tutta, ed in particolare le persone fragili, con disabilità relazionali e non collaboranti, si fanno promotrici di una proposta di aggiornamento dei codici di priorità 118 inserendo un Codice Blu per il trasporto e la presa in carico al triage della persona con disabilità, affinché sia altamente attenzionata dagli operatori sanitari, tenendo conto anche del comma 5 art.11 del Dpcm del 2 marzo 2021. Nessuno si salva da solo – concludono le associazioni – Non è accettabile che su questo diritto incontestabile non ci sia stata un’informazione a tappeto, riservata soprattutto alle famiglie e ai caregiver”. (Agenzia Dire)

 

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