Barriere architettoniche, servono 4mila interventi per una città accessibile

Il Consiglio comunale boccia la richiesta della Lega di attuare il piano del Comune del 2014

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Non c’è bisogno di essere alla cop26 Glasgow o un ministro in sedia a rotelle per parlare di barriere architettoniche.

di Marta Bravi

MILANO – «Solo in Italia sono milioni le persone con disabilità che ogni giorno vivono limitazioni ai propri diritti come questa! Accade tutti i giorni!! È ora di dire basta alle barriere architettoniche!» dichiara Andrea Ferretti Presidente di Peba Onlus, che ha aderito alla campagna di sensibilizzazione promossa da Deborah Giovanati, vicecapogruppo della Lega in consiglio comunale «Non accede solo alla cop26 glasgow».

Non solo, ieri in consiglio comunale è stato bocciato con 30 voti su 44 votanti l’odg presentato da Giovanati, «perché il Sindaco e la Giunta prendano un serio impegno verso i milanesi sull’eliminazione degli ostacoli che limitano l’autonomia delle persone con disabilità. A Milano sono state mappate oltre 4mila barriere. Ogni giorno le persone vengono discriminate. Basta chiacchiericcio, vogliamo un impegno concreto» conclude Giovanati citando Greta Thunberg. Ma la maggioranza di centro sinistra ha deciso di affossare la richiesta di dare «attuazione a un documento di programmazione voluto proprio dalla stessa amministrazione Sala che l’ha adottato nel 2018.

Nel 2014, infatti, palazzo marino ha dato il via al PeBa il Piano Eliminazione Barriere Architettoniche, lavoro lungo e complesso che ha richiesto un Gruppo di Lavoro Intersettoriale, guidato dalla Direzione Facility Management, con l’obiettivo di «costruire un piano strategico per l’accessibilità degli spazi pubblici e del patrimonio immobiliare comunale e favorire l’integrazione sociale e la sicurezza, la qualità della vita e la mobilità, fare il punto sul grado di accessibilità e fruibilità del patrimonio ed avere un documento di riferimento per i progettisti nel quale elaborare proposte di intervento e costi». Da questa mappatura sono stati delineati 4mila interventi da realizzare a fronte del fatto che il 12 per cento degli edifici pubblici ha problemi di accessibilità esterna, così il 15 per cento di parchi, giardini e spazi di aggregazione, mentre il 56 per cento della rete del trasporto pubblico ha problemi di accessibilità lungo le pertinenze. Il 28 per cento degli edifici pubblici evidenzia criticità sul fronte dell’accessibilità interna, il 22 per cento dei parchi e il 61 per cento dei mezzi pubblici. Al 6 per cento degli edifici pubblici mancano percorsi guida e segnali luminosi (per non udenti e non vedenti), così al 28 per cento dei parchi e degli spazi di aggregazione.

In sostanza un piano di azione c’è, basterebbe metterlo in pratica: «Sono oltre 4mila interventi censiti e ce ne sono ancora 3300 da realizzare, un numero destinato a crescere dato che negli ultimi sette anni sono stati realizzati nuovi interventi urbanistici» spiega Giovanati. Nella mozione si chiede dunque di aggiornare la mappatura della città includendo anche gli immobili di enti diversi e privati, studiare incentivi ai commercianti, ristoratori e albergatori, anche sotto forma di detassazione, perché rendano accessibili le loro attività. Infine di predisporre un piano di riqualificazione dell’edilizia scolastica che permetta agli alunni con disabilità di praticare gli sport di base a oggi inaccessibili.

 

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