Deve rispondere dell’accusa di maltrattamenti, violenza sessuale e rapina l’operaio di 34 anni che ha abusato di una ragazza tetraplegica per due anni dopo aver conquistato la sua fiducia iniziando a lavorare per la sua famiglia. Vessazioni e abusi andati avanti fino allo scorso luglio quando l’uomo avrebbe minacciato la giovane vittima di uccidere il suo ex compagno.
A cura di Chiara Ammendola
Tutto è iniziato tre anni fa quando la madre della giovane vittima ha deciso di dare un lavoro a quell’uomo che non aveva un’occupazione e che aveva evidenti difficoltà economiche, così il 34enne operaio è entrato in casa guadagnando la fiducia di tutta la famiglia, ma dopo un anno qualcosa è cambiato e la ragazza, tetraplegica e residente a Ravenna, è diventata vittima di un uomo che per due anni l’ha violentata, picchiata e insultata. Un incubo finito venerdì scorso con l’arresto dell’uomo che ora deve rispondere di violenza sessuale, maltrattamenti e rapina.
Le violenze si ripetevano due volte al mese
In un’occasione infatti stando a quanto riportato dalla ragazza che ha dovuto dolorosamente raccontare quanto subito in questi due anni, l’operaio le avrebbe sottratto anche 50 euro. Le violenze sessuali invece si ripetevano almeno due o tre volte al mese, e ogni volta l’uomo, che aveva problemi di abuso di alcolici, si presentava in casa della vittima ubriaco e la vessava, costringendola a rapporti sessuali e picchiandola. In diverse occasioni l’avrebbe addirittura trascinata con la forza in strada.
In un’occasione avrebbe minacciato di morte l’ex compagno
Inizialmente il 34enne era riuscito a conquistare la fiducia della ragazza che per questo gli aveva anche affidato un doppione delle chiavi di casa. E così lui era libero di poter entrare e uscire per poter svolgere quei lavoretti di manutenzione che la madre era impossibilitata a fare vista la disabilità della figlia. Poi nel 2019 l’inizio dell’incubo con le violenze e i maltrattamenti, andati avanti fino allo scorso luglio quando la ragazza ha deciso di denunciare il tutto dopo l’ennesimo episodio di violenza: l’indagato l’aveva costretta a un rapporto sessuale, minacciando la disabile che, in caso contrario, avrebbe ucciso il suo compagno. Per anni la vittima si è vergognata di denunciare, poi la decisione di raccontare tutto alla polizia, sperando che l’incubo potesse finire.