In Italia ci sono circa 14 milioni di portatori di handicap. Si tratta di una stima difficile da realizzare che, in ogni caso, tiene conto anche delle disabilità più lievi.

Purtroppo, il tema della disabilità torna di attualità solo in alcune occasioni: è il caso delle Paralimpiadi hanno seguito di poche settimane i Giochi Olimpici. Ma quanti sono i disabili nel mondo, in Europa e in Italia? Le difficoltà nella loro misurazione sono notevoli. E partono dalla definizione di handicap, che può essere molto diversa da Paese a Paese, e soprattutto non diagnosticato, soprattutto nelle realtà più povere del pianeta.

Redazione truenumbers.it
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I portatori di handicap in Italia e nel mondo

L’Oms calcolava anni fa che vi fossero ben 253 milioni di persone non vedenti o con una vista fortemente limitata. Si tratta del 3,2% della popolazione mondiale. 466 milioni invece avevano handicap all’udito, fino alla sordità, Altri 200 milioni erano affetti da disabilità intellettive. Ad avere bisogno di una sedia a rotelle erano 75 milioni. Si tratta però di numeri datati, risalenti all’inizio dello scorso decennio, necessariamente imprecisi.

In Europa i dati sono più accurati, e secondo Eurostat, come mostrato nella nostra infografica, sono il 24,7% dei cittadini ad essere portatori di handicap o di qualche disabilità. Si tratta in questo caso di una definizione larga che include anche una valutazione soggettiva della persone e per esempio riguarda anche gli anziani che hanno difficoltà di movimento. A denunciare una condizione più severa sono il 7%, mentre per il 17,7% si tratta di una più moderata.

Tra gli over 65 sono più di metà i portatori di un handicap

In questo caso i numeri italiani sono leggermente inferiori alla media europea. Sono il 23,7%, quindi più di 14 milioni, coloro che denunciano una forma di disabilità. Grave per il 5,5% e moderata per il 18,2%. Percentuali lontane da quelle della Lettonia, in cui invece complessivamente i portatori di handicap, in tutte le accezioni, sono addirittura il 40,1%. Molto alti anche i valori di Estonia, Slovenia, Finlandia, Austria.

Considerando i Paesi più importanti, in Francia i disabili sono il 25,3%, poco più della media UE, mentre in Germania il 22,3%, meno che in Italia, ma più che in Spagna, dove si scende al 20,7%. Molto pochi sono a Malta, solo l’11,9%.

I dati ci dicono anche che un po’ ovunque, e anche in Italia, sono soprattutto le donne a denunciare un handicap, il 27% contro il 22,2% degli uomini nella Ue, il 26,4% contro il 21% nel nostro Paese. Del resto queste sono in maggioranza specialmente nella popolazione più anziana, quella più interessata dalla disabilità. Al punto che ben il 54,5% degli over 65 ne lamenta una qualche forma in Italia. Sorprendentemente in salute sono invece i coetanei svedesi. In questo caso si scende al 21,2%.

Disabilità e lavoro, Italia sopra la media europea

Le Paralimpiadi non portano all’attenzione dell’opinione pubblica solo la presenza dei portatori di handicap ma soprattutto l’esigenza di una loro migliore integrazione. Oltre allo sport lo strumento per eccellenza a questo scopo è il lavoro. In questo frangente l’Italia per una volta non solo non presenta livelli molto lontani dalla media europea, ma anzi la supera. Se nella Ue a essere occupati è il 50,4% dei disabili tra i 20 e i 64 anni, nel nostro Paese arriviamo al 51,1%, una percentuale superiore anche a quella riscontrabile in Germania.

Ci sono però differenze di genere. Se tra gli uomini portatori di handicap il tasso di occupazione arriva al 62,3%, tra le donne si scende al 42,5%. Meno del 47,8% europeo. Inferiore alla media Ue anche la percentuale di lavoratori tra i disabili più giovani, quelli tra i 25 e i 34 anni, del 48,3%, contro il 57,8%. Si tratta di dati, questi, tuttavia precedenti alla pandemia. che necessariamente dovranno essere aggiornati alla luce della crisi che non ha risparmiato nessun ambito, neanche quello della disabilità.

I dati sono del 2018

Fonte: Eurostat

 

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