Il ballerino e modello, affetto da sclerosi multipla, si fa portavoce delle richieste della sua categoria: “Sono molto contento, il disegno di legge sui caregiver sta ripartendo”
“Sono molto contento: per la prima volta in otto anni di incontri con la politica ho avuto a che fare con una personalità che mi ha ascoltato, interessata a ciò che avevo da dire”. Ivan Cottini, modello e ballerino marchigiano che dal 2013 sta sfidando la sclerosi multipla con la danza, ha incontrato ieri a Roma il ministro Erika Stefani, in un momento di estreme difficoltà per tutte le persone affette da disabilità (lo Speciale Covid di Sky Tg24).
“Oltre a parlare delle problematiche generali, le ho parlato di tematiche che mi stanno molto a cuore, come quelle legate alla vita indipendente di noi disabili. E il Ministro mi ha rassicurato sul progetto del disegno di legge per i caregiver che sta ripartendo al Senato, un tema che mi premeva molto”.
La storia di Ivan, rilanciata negli anni dalla sua intensa attività di ballerino e artista sui social e in tv (da Amici di Maria De Filippi fino al palco dell’Ariston, ospite del Festival di Sanremo 2020), è la stessa di tante persone di tutte le età che non si rassegnano alla malattia e ne fanno un ulteriore terreno di sfida personale: nel suo caso, rinforzata anche dall’amore per sua figlia Viola, che oggi ha 5 anni. “Le mie giornate iniziano alle 6:30, con le prime medicine e la mattinata dedicata alla ginnastica passiva e alle sedute di fisioterapia e logopedia.
Di pomeriggio continuo ad allenarmi: ho comprato degli strumenti per supplire alle palestre chiuse, e faccio danza con la mia insegnante collegata via Skype”. La parte più dura del lockdown sembra definitivamente alle spalle: per i primi cinque mesi Ivan è dovuto rimanere chiuso in casa senza assistenza medica, come decine di migliaia di persone nelle sue condizioni. “Adesso stiamo ripartendo, ovviamente con il contagocce e tutte le dovute precauzioni: il lavoro di fisioterapia non può essere identico a quello di prima, ma ci accontentiamo”. La lotta prosegue, mattina dopo mattina: l’obiettivo di ogni singolo giorno è fermare la progressiva perdita di autonomia, non lasciarsi vincere dalle difficoltà e trasmettere un messaggio importante a chi vive situazioni complicate.
“Insegno in tante scuole a ragazzi fermi da tredici o quattordici mesi”, conclude Ivan, “che vivono quelle due-tre ore di danza come uno dei pochi modi per mantenere il contatto con il resto del mondo”. Tenendo sempre al suo fianco l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, “grazie a cui ho imparato che non esiste oceano che non possa essere superato”.