Vaccino per i disabili: «È un’urgenza»

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Bando della Regione da tre milioni per le associazioni. Ma ci sono problemi di rendicontazione

«Stiamo aspettando che da un momento all’altro ci sia la possibilità di vaccinare i nostri ragazzi. È una necessità sia per chi ha gravi disabilità dal punto di vista fisico, ma anche, ad esempio, per le persone autistiche che, nel caso di contagio, potrebbero mettere a rischio la sicurezza e la salute della comunità». Non c’è più tempo da perdere per Liana Baroni, presidente dell’associazione bolognese Aliante: una onlus fondata da genitori di persone con disabilità che si occupa di promuovere iniziative e attività per il tempo libero.

Secondo l’ultimo monitoraggio svolto dalla Regione, le persone con disabilità residenti in Emilia-Romagna, sommando gli studenti ai lavoratori, sono 100.000. Il focolaio scoppiato nella struttura residenziale per persone con disabilità “Villa Donini” di Budrio, che ha causato un morto e 25 contagi, ha di nuovo reso evidente la necessità di procedere alla vaccinazione delle persone più fragili.

L’assessore alle Politiche per il Terzo Settore del Comune di Bologna, Marco Lombardo, ha rivolto un appello al governo chiedendo un segnale di discontinuità rispetto al precedente esecutivo. «In tutta Italia non si è ancora deciso niente – continua Baroni – ma noi sappiamo che in Emilia-Romagna c’è sensibilità. Come associazioni stiamo insistendo affinché si crei questo percorso privilegiato».

Dopo i 3,2 milioni messi a disposizione con un bando estivo, lo scorso venerdì la Regione ha dato il via al secondo bando da tre milioni di euro, per sostenere le associazioni di volontariato messe a dura prova dall’emergenza sanitaria. I contributi vanno da un minimo di 2.500 a un massimo di 10.000 euro e serviranno a far fronte alle spese sostenute dal 1 settembre 2020 al 15 marzo 2021 per l’affitto degli immobili, l’acquisto di dpi (dispositivi di protezione individuale), l’igienizzazione dell’ambiente e i costi per il personale. «Speriamo di poterci rientrare – continua Baroni – ma la rendicontazione è molto difficile. Ad esempio, non sono comprese le spese per le attività e non è scontato che un’associazione come la nostra spenda così tanti soldi per le mascherine. Le nostre spese vanno direttamente a sostegno dei ragazzi».

Le attività previste negli anni precedenti, come le vacanze di una settimana senza genitori, fuori dalla città, sono sospese. E i ragazzi con disabilità stanno affrontando un periodo complicato causato dall’inattività e dalla sospensione di molte iniziative extrascolastiche. «Anche a scuola – conlude Baroni – ci sono molti problemi dettati dal fatto che ogni settimana varia la situazione sanitaria. Con il nuovo Pei (Piano educativo individualizzato) stiamo lavorando bene, ma molti ragazzi sono stati penalizzati perché l’accesso alla didattica a distanza non è così semplice».

 

Foto: pagina Facebook “Aliante”

 

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