Disabili picchiati e derisi sui social, 3 fermi a Licata

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Un fermo immagine tratto da un video dei carabinieri mostra un momento dell'operazione che ha permesso di eseguire sette fermi di indiziato di delitto emessi nei confronti di vertici ed affiliati delle famiglie mafiose di Cosa Nostra di Licata (Ag) e Campobello di Licata (Ag), 19 giugno 2019. ANSA/ UFFICIO STAMPA ++HO - NO SALES EDTORIAL USE ONLY++

Una delle vittime sarebbe stata pestata con un bastone

Tre fermi di indiziato di delitto, firmati dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pm Gianluca Caputo, sono stati eseguiti la notte scorsa a Licata (Ag) dai carabinieri. I tre indagati sono accusati di tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio.

Stando all’accusa, i tre avrebbero picchiato altrettanti giovani solo perché disabili. Una delle vittime sarebbe stata pestata con un bastone, legata con del nastro adesivo e abbandonata per strada fino a quando una donna di passaggio non lo ha liberato. In altre occasioni i tre disabili presi di mira sarebbero stati umiliati con della vernice al volto e derisi sui social.

Le vittime a volte erano state legate a una sedia con un secchio in testa e picchiate. Calci, pugni, bastonate e minacce di morte. Il tutto è stato sempre filmato con gli smartphone e diffuso in rete, sui social con titoli di derisione. In carcere sono finiti: Antonio Casaccio, 26 anni; Gianluca Sortino, 23 anni e Angelo Marco Sortino, 36 anni. Entro 48 ore i pm chiederanno la convalida del fermo per i tre indagati – che hanno nominato come difensore l’avvocato Santo Lucia – e sarà fissata l’udienza davanti al gip.

 

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