Alcuni esponenti della storica associazione torinese hanno fatto un sopralluogo nel nuovo centro commerciale di Oscar Farinetti: “Inutile parlare di sostenibilità se poi si commettono questi errori”
“Banconi troppo alti e casse separate rispetto ai normododati, le persone con disabilità sono discriminate”: è questa la denuncia fatta dalla CPD Consulta per le Persone in Difficoltà di Torino riguardo Green Pea, il nuovo centro commerciale dedicato alla sostenibilità ideato da Oscar Farinetti e recentissimamente aperto di fianco a Eataly Lingotto.
Barriere
Un gruppo di esponenti della storica associazione fondata nel 1988 da Paolo Osiride Ferrero ha effettuato, nella giornata di venerdì, un sopralluogo per verificare le condizioni di fruizione per chi si sposta in carrozzina: “Il fatto che nel 2020 – ha dichiarato il referente per l’accessibilità di CPD Emanuel Cosmin Stoica – gli edifici di nuova costruzione non siano inclusivi per le persone con disabilità è un fatto molto grave: la persistenza di ostacoli e barriere architettoniche, a maggior ragione in un progetto dedicato alla sostenibilità ambientale, ci fa capire che si tratta di un problema culturale che esclude l’importanza di considerare le persone con disabilità come tutte le altre”.
Il problema, secondo lo stesso Stoica, è più ampio e riguarda la società in generale: “Non possiamo – ha proseguito – dare sempre la colpa alla maleducazione se ci ritroviamo auto parcheggiate negli stalli riservati alle persone con disabilità o se bici e monopattini vengono abbandonati come ostacoli in mezzo ai marciapiedi. La preoccupazione principale riguarda la mancanza di consapevolezza di imprenditoria e istituzioni, che non considerano la persone con disabilità come cliente o turista, si tratta di una vera e propria discriminazione: cosa costava avere un bancone più basso o una cassa comune a tutti?”.
Persone
La denuncia fatta da Cpd ha l’obiettivo, infine, di promuovere l’accessibilità per tutti: “Non possiamo – ha concluso Stoica – dichiararci una società civile se, nel 2020, riusciamo a commettere ancora errori di questo tipo: non parliamo di edifici degli anni 30 ma di una struttura appena inaugurata che trasmette valori importanti dal punto di vista della salute. Non possiamo, in definitiva, dire di essere sostenibili se non siamo in grado di considerare le persone con disabilità come, appunto, persone”.