Venegonese condannato. Sul suo pc quasi 300mila file a luci rosse
Sul computer di casa conservava 290.000 file a luci rosse, video o fotografie porno con protagonisti non solo adulti ma anche bambini e disabili.
Per questo motivo un trentaduenne di Venegono Superiore, attualmente irreperibile, è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione per detenzione di materiale pedopornografico.
Una condanna che si va aggiungere a quella – risalente al dicembre scorso e per la quale deve essere ancora fissata l’udienza in appello – a sette anni per violenza sessuale su un ragazzino di tredici anni, amico di famiglia.
Il processo che si è concluso al Tribunale di Varese è nato proprio dalla prima indagine avviata nel 2016, quando il preadolescente raccontò di aver dovuto subire in più occasioni le molestie da parte del giovane di Venegono che spesso era ospite a casa sua.
I carabinieri si presentarono nell’abitazione in cui l’uomo viveva con la famiglia e perquisirono la sua camera. Sull’hard disk c’era una montagna di materiale pornografico, file organizzati in modo preciso – ha fatto notare il pubblico ministero Antonio Cristillo -, tale da «far desumere che la condotta sia proseguita per un lungo periodo».
Da qui la richiesta di tre anni di carcere e duemila euro di multa.
Il difensore, l’avvocato Paolo Valenzano, ha invece contestato che si potesse parlare di «ingente quantità» (un’aggravante): è vero che furono sequestrati quasi trecentomila file, ma «la maggior parte di questi era di natura pornografica e solo una minima parte costituiva materiale pedopornografico.
Peraltro proveniente da Internet o da chat di messaggistica ma non di sua produzione».
Così si spiega la richiesta di una pena massima di due anni. Alla fine, però, il collegio ha inflitto all’imputato una condanna più pesante di quella proposta dall’accusa. Per lui anche due anni di libertà vigilata e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, oltre che quella, perpetua, dall’esercizio della tutela o della curatela.
m.m.