Sentire le vibrazioni di uno strumento con le mani è una straordinaria terapia per i bimbi che soffrono di sordità o disabilità psichiche e motorie. Li aiuta a comunicare e diventare più autonomi, come testimonia la Lega del Filo d’Oro
La musica nasce e termina nel silenzio, ma quando buca quel silenzio, con le sue vibrazioni invade in modo potente e pervasivo il nostro corpo, al di là di ogni intenzione. E questa irruzione è capace di mettere in sintonia con il mondo anche chi non sente. «La sordità ha molte sfaccettature e vari livelli di gravità, ma anche chi è colpito in modo profondo può percepire le vibrazioni di uno strumento, toccandolo» spiega Fiammetta Santoni, musicoterapista alla Lega del Filo d’Oro, associazione che da 55 anni si prende cura dei bambini sordociechi. E che include nei programmi di riabilitazione delle persone con disabilità anche l’ascolto della musica. «È un linguaggio non verbale innato, che va oltre la fisicità. Un linguaggio facilitante che mette in grado anche chi ha una disabilità di partecipare come gli altri: fa sparire le diverse capacità ed emergere le persone. È stato provato che già nella sua vita prenatale il bambino è sensibile agli stimoli uditivi e, dopo, può riconoscere i ritmi e le vibrazioni di melodie che la mamma cantava durante la gravidanza».
Toccare la musica con le mani
Questo legame unico che lega la vita prenatale al nostro essere nel mondo, è un filo di comunicazione prezioso che, anche quando il bimbo non sente, o sente parzialmente, può essere in parte riannodato. E così il pianoforte e il canto incontrano bambini e ragazzi con sordità e disabilità motorie o psichiche. E si crea una magia. Com’è accaduto durante gli incontri del progetto Oltre l’ascolto, promosso dall’Accademia d’Arte Lirica di Osimo (An), dove l’associazione ha la sua sede principale: arie, duetti e canzoni condivise con i bambini, per aiutarli a uscire dal loro isolamento. «Ho visto bambini sordociechi che riescono a percepire la musica attraverso le vibrazioni, i più piccoli stesi sul pianoforte, o con i piedini sulle corde della chitarra, altri stesi sulla pedana di legno che vibra al ritmo della musica» racconta Beppe Vessicchio, uno dei maestri che da alcuni anni è accanto alla Lega del Filo d’Oro con i colleghi Leonardo De Amicis e Pinuccio Pirazzoli
Piccoli passi per crescere
Chi non sente non può recuperare la capacità uditiva con la musica, può però essere aiutato a usare al meglio il residuo o a sviluppare altre potenzialità. Spiega l’esperta: «Far tenere in mano piccoli sonagli, percuotere un tamburello, far toccare i tasti del pianoforte o sentire con la mano una bocca che canta, sono piccoli passi per instaurare un rapporto, far tornare a sorridere un bambino, catturare la sua attenzione. Il traguardo successivo è trasformare queste piccole conquiste in gesti di autonomia, come stringere una posata o stare in piedi da soli davanti alla tastiera del pianoforte».
Un SMS per aiutare la Lega del Filo d’Oro
La Lega del Filo d’Oro accoglie bambini e adulti sordociechi e con altre gravi disabilità. In Italia sono 189mila le persone con problematiche alla vista e all’udito. L’obiettivo dell’associazione è portare le persone a conquistare un’autonomia proporzionata alle capacità individuali, attraverso le mani Per questo, oltre alla musicoterapia, sono fondamentali altre terapie, come quelle in acqua e in palestra. Con la campagna Una storia di mani l’associazione chiede l’aiuto di tutti noi per ultimare la costruzione di due piscine e quattro palestre nel centro di Osimo. Basta mandare un SMS o chiamare da rete fissa il numero 45514.