La memorabile impresa di un gruppo di ragazzi down diventa un libro. Che l’autore presenta a “Repubblica”
I protagonisti principali di queste pagine e di un cammino d’Italia assolutamente speciale, si chiamano Enrico, Giorgia, Giulia, Giulia, Ilenia, Leonardo, Martina, Raffaele, Sofia, (c’erano anche Matteo e Tania, giusto citarli anche se non sono arrivati in vetta) che il 7 settembre del 2019 – era di sabato, un giorno che per loro e per chi li aiuta e sostiene con amorevolezza resterà scolpito nella memoria e nel cuore – hanno conquistato con le loro gambe e la loro volontà quello che è certamente, lo confermano le guide che operano sul vulcano siciliano, un record: hanno raggiunto la vetta della Grande Madre Etna, a Muntagna, a quota 3300 metri circa, sul bordo del cratere della Bocca Nuova, quasi a toccare il cielo.
Il gruppo di ragazzi fa parte della formidabile Associazione Down Dadi (Associazione Down Autismo e Disabilità Intellettiva), che opera dal 1985 a Padova e che nel 2014 ha dato vita nell’ambito dei percorsi educativi al progetto MontagnAmo, con l’obiettivo “di far avvicinare ragazzi con sindrome di Down e disabilità intellettiva all’esperienza della montagna … dove uno sforzo sia fisico che di volontà senza l’auto di nessuno diventa per loro un esercizio stimolante”. Il principio ispiratore del progetto sta nel suo motto: “Se vuoi vincere vai solo, se vuoi andare lontano vai assieme”. Impegno, volontà, aggregazione, solidarietà reciproca, dunque. Come dire: se si vuole, si può, nulla ferma la voglia di farcela, neanche la disabilità. Un messaggio di grande e potente valore universale, più che mai in questo drammatico periodo di lotta planetaria a un nemico terribile e invisibile
E’ una storia meravigliosa, piena di bellezza e di umanità, di grandezza autentica. Sono molto felice di poterla raccontare nelle pagine di questo libro scritto “a più mani” insieme ai protagonisti della scalata, che attraverso testimonianze dirette descrivono il modo in cui si sono meticolosamente preparati, sotto ogni punto di vista, alla grande ascesa siciliana sulla cima dell’Etna e come l’hanno vissuta. Anche se in questa avventura non era e non è il record l’aspetto più importante, ma il messaggio sul valore straordinario della forza di volontà.
Sembra un favoloso racconto di viaggio sull’Etna del Grand Tour del XXI secolo. Con una variante che dà i brividi: protagonisti dell’ascesa sono stati dei ragazzi con sindrome di Down, che nell’ambito del progetto MontagnAmo sono stati abituati all’idea “di far fatica per raggiungere una meta”, a impegnarsi con tutte le loro forze per centrare un grande obiettivo, per fare appunto una grandiosa conquista. Tutto molto emozionante e anche inimmaginabile per l’autore, giornalista di vecchio mestiere e rotto a ogni tipo di esperienza.
Una storia che è uno spaccato “dal di dentro” di un pezzetto di società ancora oggi guardata e narrata spesso con pietismo e ipocrisia, mentre è in realtà un intreccio e una miscela esplosiva di umanità vera, di amore e amore per la vita in ogni suo aspetto, di profonda solidarietà, di sacrificio e di fatica, ma anche di piccole e grandi gioie. Di “normalità”, dunque, di emozioni, sentimenti e pulsioni “normali”, anche se è molto difficile farle apparire tali di fronte a un muro di pregiudizi ancora piuttosto alto.
C’è tutto questo ne “La scalata della vita”, che è racconto e testimonianza viva di una magnifica avventura, ma nella seconda parte è anche reportage sul progetto di vita e sull’attività di una delle associazioni più all’avanguardia in Italia nella tutela e sostegno delle persone con sindrome di Down, la “Down D.A.D.I”. E c’è soprattutto un messaggio fondamentale che viene fuori da questa storia, intrisa di bellezza interiore, solidarietà, generosità, amicizia: che dove questi valori esistono davvero, non ci sono e non possono esserci né barriere, né divisioni.
Non c’è nord, né sud, un unico, solidissimo filo unisce Padova e l’Etna. Né pregiudizi, né stupidi proclami possono romperlo. Mi sono impegnato a scriverlo senza pietismo e senza indulgere a quella forma di compassione più o meno evidente, spesso camuffata, che ritengo sia l’atteggiamento peggiore verso ogni tipo di disabilità e meno utile alle iniziative e ai percorsi di sostegno. Il mio approccio è stato quello del vecchio cronista ancora innamorato delle belle storie, appassionato nel raccontarle. E questa è, sicuramente, una storia meravigliosa da fare conoscere al mondo. Una storia, mi piace dirlo così, di diversità vincente.
“La scalata della vita”. Gaetano Perricone. Algra editore. 13 euro