Questione monopattini in città
Diverse persone ci hanno chiesto di intervenire e sono tanti i commenti che abbiamo letto in questi giorni sul tema in relazione alle difficoltà delle carrozzine a percorrere i marciapiedi se il monopattino è lasciato non in maniera ordinata.
Allora, visto che ce lo chiedete in tanti, vi diciamo la nostra. E lo facciamo solo dopo averli provati (Wind ed Helbiz, Bit ancora non utilizzabili) che significa aver scaricato le app, aver caricato i soldi, aver letto con attenzione le istruzioni d’uso e aver girato la città. Lo diciamo, perché col sentito dire non si va da nessuna parte e quantomeno avremo un’opinione basata sull’esperienza diretta. Abbiamo letto troppi commenti che non sarebbero mai stati scritti dopo una prova.
Prima considerazione: ogni iniziativa volta a rendere la nostra mobilità sostenibile e la città più green ci vede favorevoli. Girando la città, onestamente a impressionarci non sono stati i molti monopattini, utilizzati più o meno regolarmente, ma le tantissime automobili inquinanti che viaggiano con una sola persona a bordo, davvero tante delle quali guidano stando al cellulare. Poco green e livello di pericolosità a mille.
Detto questo, e accennato ai costi (che al di là delle varie possibilità di abbonamento, ci sembrano altini), sì è vero, se parcheggi il monopattino di traverso sul marciapiede noi non passiamo. E potete immaginare come ci rimaniamo… Ci arrabbiamo, come ci arrabbiamo per le tantissime auto che vengono lasciate sul marciapiede (e, senza permesso, nel parcheggio giallo riservato alle persone disabili), così come i tanti scooter e le innumerevoli biciclette. Ecco quindi che mai e poi mai potremmo dare la colpa ad un’amministrazione pubblica se ha introdotto la possibilità di utilizzare i monopattini (auspichiamo comunque prezzi più accessibili), altrimenti, per onestà intellettuale, dovremmo chiedere che venissero tolte dalle strade tutte le auto, tutte le bici e tutti gli scooter. No, non è possibile. Diversa la questione della raccolta differenziata con l’esposizione dei bidoni in strada: lì sì che, in alcune zone del centro, il problema esiste. E lì sì che non c’entrano i cittadini, che fanno quanto viene loro richiesto dal Comune. E lì sì che ci siamo battuti e continueremo a farlo.
L’unico vero problema, in tutti gli altri casi, monopattini compresi, è la maleducazione e l’inciviltà delle persone, che non si battono stando fermi e negando il futuro. Prima di ogni utilizzo viene spiegato molto bene, sull’app, come parcheggiare questi mezzi. Non rispettare questa indicazioni equivale a fare i 170 in autostrada, viaggiare senza cinture allacciate, parcheggiare dove non si può, passare col rosso, non fermarsi ai passaggi pedonali. Cosa facciamo? Colpa del Comune che consente ancora la circolazione delle auto?
Ne siamo sicuri: tra pochi anni il monopattino sarà di uso quotidiano per tantissime persone, come è già in molte parti del mondo. Magari non a Parma, dove la bicicletta probabilmente la farà sempre da padrona. In ogni caso, secondo noi siamo nell’ambito della paura di quanto è nuovo e sconosciuto (sono molteplici, anche di attualità, gli esempi). Il dibattito che ne è scaturito lo dimostra: è una svolta culturale e come tale si fa fatica ad accettarla.
In definitiva: più controlli (li chiediamo da sempre), multe a chi va in due, a chi parcheggia male, a chi non rispetta il codice della strada.
Un’ultima cosa… ci sarebbe un’arma infallibile, quella della comunità. Cioè quello che possiamo fare tutti noi, senza appellarci sempre a quello che potrebbe fare qualcun altro al posto nostro. Perché non iniziamo a parlare con chi vediamo parcheggiare di traverso sul marciapiede un monopattino?
Perché non facciamo la stessa cosa con chi lascia l’auto nel parcheggio riservato alle persone disabili? Troppo facile tornare a casa, magari con una bella foto, e riversare il proprio odio sui social. Affrontare il problema, come un problema di tutti, della comunità e quindi anche proprio, ci farebbe crescere come società.
AMNIC Parma
PS – nella foto, monopattino parcheggiato male sul marciapiede, proprio in prossimità dell’ingresso di Anmic, dove diciamo che qualche carrozzina al giorno passa…